Per capire che la long-term care non abbia retto dinanzi alla pandemia, basta guardare all’offerta di servizi di assistenza domiciliare (ADI) e residenzialità assistita (RSA), che nel 2019 è rimasta pressoché immutata rispetto all’anno precedente. Nel frattempo è aumentata l’assistenza informale, cioè ad opera di caregiver non professionali, che in Italia è svolta per circa il 70% dagli immigrati. A rivelarlo è l’indagine di Italia Longeva “Anno 2020: stress-test della long-term care”.

A dirlo è Andrea Crisanti, Ordinario di Microbiologia e Microbiologia Clinica all’Università degli Studi di Padova, intervenendo nella giornata inaugurale del Festival del Futuro di Verona. Secondo il microbiologo l’Oms “è diventata un’organizzazione gigantesca, estremamente burocratica” ed è “influenzata in modo sproporzionato da donatori esterni che hanno un’agenda politica, come gli Stati, le case farmaceutiche e i donatori privati.

Attraverso la sua rete integrata di Istituti, il Consiglio Nazionale delle Ricerche è attivamente impegnato nella risposta all’emergenza e si dimostra in grado di fornire soluzioni innovative e in tempi rapidi, grazie alla sua interdisciplinarità e capacità di tradurre la ricerca di base in soluzioni applicative. Per esempio è in fase avanzata l’adattamento di una App specifica per effettuare analisi di rischio e triage a distanza e di individuare i soggetti da valutare prioritariamente. L’obiettivo è mettere in contatto i medici di famiglia con il cittadino/paziente per una consultazione preventiva.

A lanciare l’allarme sull’impossibilità dei Pronto soccorso di fronteggiare l’attuale situazione sanitaria è il presidente Anaao-Assomed, Costantino Troise. In una recente intervista, rilasciata all'Adnkronos Salute, ha sottolineato la necessità di interventi urgenti: assunzioni con contratti veri ed attrattivi per i giovani, incentivi per il personale, interventi straordinari per rinforzare tutto ciò che è prima e dopo dell'ospedale e gestire la pandemia sul territorio".

“Oltre l'emergenza è necessaria una svolta decisiva nella gestione della sanità pubblica in Italia”. È quanto sostiene Medicina Democratica che esprime un profondo cordoglio per i medici deceduti, vittime del lavoro e lancia un appello: “Niente dovrà più esser come negli ultimi decenni - dichiara Marco Caldiroli, presidente Nazionale di Medicina Democratica - caratterizzati da politiche volte alla privatizzazione della sanità. L’epidemia di coronavirus ha di fatto 'slatentizzato' le carenze del sistema sanitario pubblico dovute alla politica bipartisan, applicata da decenni, di definanziamento e tagli al Ssn, le cui conseguenze ora tocchiamo tragicamente con mano”.