I medici di famiglia veneti sono "travolti dalla burocrazia, un Mmg su due ha più 1.800 pazienti". Questa la denuncia del segretario regionale Fimmg Maurizio Scassola che ha commentato la tragica situazione che si sta vivendo nell'Usl 3 dove il compito principale dei dipendenti Usl da mesi, è unicamente quello di fare «scouting», scovando aspiranti medici di medicina generale disposti a farsi carico di un numero sempre maggiore di pazienti simultaneamente, per tappare per tempo i buchi potenziali lasciati dalle cosiddette zone carenti e non abbandonare nessun assistito".
"Gli incentivi economici, per quanto importanti, non possono essere l'unica soluzione. I medici, con questi ritmi, non riescono a reggere quotidianamente il lavoro in Pronto soccorso. Non sono limoni da spremere e le energie alla lunga finiscono. Mentre i pazienti sono troppo spesso costretti a lunghe attese prima di essere visitati o ricoverati". Lo ha affermato Pietro Dattolo, presidente dell'Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Firenze e provincia.
A sottolinearlo è il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta che, commentando i dati dell'ultimo monitoraggio della Fondazione, ha dichiarato: “Le varianti emergenti, il rilevante impatto dell’influenza sui servizi sanitari e l’aggiornamento delle modalità di gestione dei casi e dei contatti stretti richiedono un’adeguata copertura vaccinale di anziani e fragili con la quarta dose. Purtroppo la campagna vaccinale rimane sostanzialmente al palo, sia per una scarsa incisività della comunicazione istituzionale, sia per le modalità di chiamata utilizzate a livello regionale, sia per la crescente diffidenza dei cittadini nei confronti dei vaccini”.
"La sostenibilità economico-finanziaria dei bilanci sanitari è fortemente compromessa dall'insufficiente livello di finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale". A lanciare l'allarme è Raffaele Donini, coordinatore della Commissione Salute delle Regioni. In una missiva, inviata al Ministro della Salute e al Ministro del MEF, chiede un incontro urgente per programmare un intervento straordinario e strutturale con cui affrontare da subito la carenza di personale sanitario e la crisi finanziaria in cui versano i Sistemi Sanitari Regionali.
La chiusura delle Usca il 31 dicembre e il non rinnovo del rapporto di lavoro ai 150 medici che vi prestavano servizio ha innescato un duro confronto tra i rappresentanti delle opposizioni e l'assessore alla Sanità Carlo Doria secondo cui al riguardo: “Si sta facendo bieca disinformazione". "Nel frattempo - tiene a precisare - stiamo lavorando a un nuovo modello di continuità assistenziale avanzata con punti di guardia medica attivi tutti i giorni, con medico, infermiere e personale amministrativo”.