"Sorveglianza, analisi dei dati, interconnessione sono aspetti nei quali l’Ia fa la differenza, ma bisogna fare attenzione all’aspetto etico attraverso la consapevolezza che l’intuito clinico del medico non le appartiene". Questo è quanto ha sottolineato Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, nel corso dell’evento "Intelligenza artificiale: il nuovo Rinascimento", svoltosi di recente a Roma.

Mentre la spesa farmaceutica sostenuta dalle famiglie aumenta e la quota a carico del Ssn diminuisce, dai nuovi dati sulla povertà sanitaria, diffusi da Banco Farmaceutico, risulta che nell’anno in corso, 463.176 persone (+8,43% rispetto al 2023) si sono trovate in condizioni di povertà sanitaria e hanno dovuto chiedere aiuto per ricevere gratuitamente farmaci e cure che, altrimenti, non avrebbero potuto permettersi.

EvdIn occasione del 19° Forum Risk Management di Arezzo, la Fondazione Gimbe, per voce del Presidente Nino Cartabellotta, ha presentato i dati aggiornati sulla completezza e utilizzo del Fascicolo sanitario elettronico (Fse) nelle Regioni italiane. Questo strumento, cruciale per l’accessibilità ai servizi sanitari, evidenzia profonde disomogeneità regionali, che configurano vere e proprie “fratture digitali” sia in termini di servizi offerti sia di utilizzo da parte di cittadini e professionisti sanitari. Il presidente Cartabellotta ha esortato le istituzioni ad adottare misure concrete volte a migliorare l’alfabetizzazione digitale di cittadini.

Questa è la denominazione del neonato Intergruppo Parlamentare che punta, in particolare, a sviluppare strategie di programmazione sanitaria che integrino tecnologie avanzate, quali l’Intelligenza artificiale e dispositivi medici innovativi, e pratiche cliniche innovative, come la telemedicina per garantire ai pazienti l’accesso a cure sanitarie di alta qualità, sicure, efficaci ed eque, indipendentemente dalle loro condizioni socioeconomiche.

EvdI divari nelle cure tra Nord e Sud sono ormai palesemente evidenti e a confermarlo sono i recenti rapporti dell'Agenas e dello Svimez. Il primo stilando una lista delle Asl più performanti che vede quelle del Mezzogiorno in fondo alla classifica, il secondo sottolineando che, come a livello nazionale, nel Sud la sanità pubblica arranca e non riesce più ad assicurare la necessaria assistenza e copertura ai bisogni dei cittadini a causa di un finanziamento della spesa del tutto insufficiente e di un riparto regionale delle risorse per il comparto che, secondo l'analisi dello Svimez, escludendo i criteri di allocazione dei fattori socioeconomici che impattano sui fabbisogni di cura e assistenza, penalizza i cittadini delle regioni del Mezzogiorno.