Uno studio su oltre 600 persone ricoverate in ospedale per infezioni ha rilevato che i loro microbioma avevano meno batteri in grado di produrre butirrato. I batteri producono questo acido grasso benefico mentre digeriscono le fibre assunte con l’alimentazione. È stato dimostrato che il butirrato ha un effetto benefico nei topi, ma non era chiaro se lo stesso valesse per gli esseri umani.

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La Dieta Mediterranea ha risvolti positivi anche dopo una diagnosi di tumore. È il risultato di uno studio realizzato nell’ambito del Progetto UMBERTO, che ha mostrato che le persone che avevano ricevuto una diagnosi per qualsiasi tipo di tumore e che avevano aderito ad uno stile alimentare ispirato ai principi mediterranei, vivono più a lungo rispetto a chi aderisce meno alla Dieta Mediterranea.

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L’ultima edizione della review scientifica sugli integratori alimentari dal titolo: “Integrazione alimentare: stato dell’arte e nuove evidenze scientifiche” è il risultato della collaborazione di un pool di esperti italiani sui temi della nutrizione e della salute, con l’obiettivo di fare il punto sulle scoperte più significative della ricerca sperimentale e clinica nell’ambito dell’integrazione alimentare.

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Dopo dieci anni dall’ultima edizione ed un lavoro durato quattro anni, la Società Italiana di Nutrizione Umana (Sinu) ha presentato ufficialmente a Piacenza, nel corso del XLIV Congresso Nazionale, la V Revisione dei Larn - Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana.

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Le raccomandazioni sull'esercizio fisico in genere si concentrano sulla durata dell'attività fisica. Ad esempio, l'Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia almeno 150 minuti di attività fisica moderata a settimana. Una nuova analisi dei dati del Women's Health Study suggerisce che anche il conteggio dei passi potrebbe essere una metrica utile. 

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Un recente studio pubblicato su JAMA Network Open ha dimostrato che le donne che soddisfacevano il livello settimanale di attività fisica raccomandato dall’Oms avevano un rischio ridotto di cadute, pericolose e non. L'Oms raccomanda che gli anziani svolgano dai 150 ai 300 minuti di attività fisica a settimana; tale raccomandazione ha grande validità negli adulti di età pari o superiore a 65 anni che sono a rischio di cadute.

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Intervista


Ipovitaminosi D come fattore di rischio cardiovascolare modificabile
Francesco Fedele
Prof. Emerito di Cardiologia
Sapienza Università di Roma
Presidente Istituto Nazionale per le Ricerche Cardiovascolari (INRC)

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