La Dieta Mediterranea ha risvolti positivi anche dopo una diagnosi di tumore. È il risultato di uno studio realizzato nell’ambito del Progetto UMBERTO, che ha mostrato che le persone che avevano ricevuto una diagnosi per qualsiasi tipo di tumore e che avevano aderito ad uno stile alimentare ispirato ai principi mediterranei, vivono più a lungo rispetto a chi aderisce meno alla Dieta Mediterranea.

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Le spezie e le erbe aromatiche tipiche della dieta mediterranea hanno benefici significativi nel migliorare lo stato glicemico nel diabete di tipo 2. Attenzione però, non tutte lo sono: il palmares comprende zenzero, cannella e cumino nero, curcuma e zafferano. Dove zenzero, cumino nero e cannella sono le sostanze che hanno gli effetti più forti sulla glicemia a digiuno.
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Dopo dieci anni dall’ultima edizione ed un lavoro durato quattro anni, la Società Italiana di Nutrizione Umana (Sinu) ha presentato ufficialmente a Piacenza, nel corso del XLIV Congresso Nazionale, la V Revisione dei Larn - Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana.

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Sono stati compiuti grandi progressi nell’identificazione e nella gestione sia della malattia cardiovascolare (CVD) che dei suoi fattori di rischio, con conseguente miglioramento della mortalità aggiustata per età. Tuttavia, vi è una preoccupante mancanza di un’attenzione diretta e di dati sull’impatto delle malattie cardiovascolari nelle donne, e anche i progressi nella riduzione del carico di malattie cardiovascolari nel gentil sesso sono rallentati negli ultimi anni.

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Un recente studio pubblicato su JAMA Network Open ha dimostrato che le donne che soddisfacevano il livello settimanale di attività fisica raccomandato dall’Oms avevano un rischio ridotto di cadute, pericolose e non. L'Oms raccomanda che gli anziani svolgano dai 150 ai 300 minuti di attività fisica a settimana; tale raccomandazione ha grande validità negli adulti di età pari o superiore a 65 anni che sono a rischio di cadute.

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Secondo un nuovo studio, chi fa esercizio fisico regolare ha meno probabilità di contrarre l’infezione da Sars-CoV-2 o di sviluppare un caso grave che richieda un’ospedalizzazione. I risultati hanno infatti mostrato che rispetto a chi conduce una vita sedentaria, gli adulti che aderiscono alle linee guida statunitensi sull’attività fisica hanno il 10% in meno di probabilità di contrarre l’infezione e il 27% in meno di probabilità di ricovero ospedaliero.

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Intervista


Congresso della Società europea di cardiologia: quali novità?
Stefano Carugo
Direttore SC Cardiologia
Policlinico di Milano

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