


Due anni dopo la fine di uno studio randomizzato che ha dimostrato un beneficio dell'integrazione giornaliera di vitamina D e acidi grassi omega-3 per ridurre il rischio di malattie autoimmuni, gli effetti salutari della vitamina D giornaliera sembrano essere diminuiti dopo che la supplementazione è stata interrotta, mentre la protezione da omega-3 si è mantenuta per almeno altri 2 anni.

Sono stati compiuti grandi progressi nell’identificazione e nella gestione sia della malattia cardiovascolare (CVD) che dei suoi fattori di rischio, con conseguente miglioramento della mortalità aggiustata per età. Tuttavia, vi è una preoccupante mancanza di un’attenzione diretta e di dati sull’impatto delle malattie cardiovascolari nelle donne, e anche i progressi nella riduzione del carico di malattie cardiovascolari nel gentil sesso sono rallentati negli ultimi anni.

Un gruppo di ricercatori del Policlinico Campus Bio-Medico di Roma ha effettuato uno studio per valutare se l’utilizzo di una serie di dispositivi collegabili al telefonino, in grado, ad esempio, di monitorare la frequenza cardiaca e di misurare alcuni parametri vitali, potesse aiutare a identificare in maniera più efficace una possibile causa dell’ictus: grazie al monitoraggio previsto dallo studio sono stati infatti riscontrati precocemente segnali di fibrillazione atriale, un’aritmia cardiaca causa di ictus, che hanno consentito di agire subito con la corretta terapia di prevenzione (un farmaco anticoagulante).

Secondo un nuovo studio, chi fa esercizio fisico regolare ha meno probabilità di contrarre l’infezione da Sars-CoV-2 o di sviluppare un caso grave che richieda un’ospedalizzazione. I risultati hanno infatti mostrato che rispetto a chi conduce una vita sedentaria, gli adulti che aderiscono alle linee guida statunitensi sull’attività fisica hanno il 10% in meno di probabilità di contrarre l’infezione e il 27% in meno di probabilità di ricovero ospedaliero.

Sappiamo tutti che la mancanza di sonno nuoce al cervello. Dopo una notte insonne, non siamo in grado di funzionare correttamente, commettiamo errori e l'intera giornata sembra confusa. Questi sono gli effetti acuti della mancanza di sonno, ma la vera domanda è: la mancanza di sonno potrebbe portare a un deterioramento cognitivo permanente in futuro?
Intervista

Ipovitaminosi D come fattore di rischio cardiovascolare modificabile
Francesco Fedele
Prof. Emerito di Cardiologia
Sapienza Università di Roma
Presidente Istituto Nazionale per le Ricerche Cardiovascolari (INRC)