Due anni dopo la fine di uno studio randomizzato che ha dimostrato un beneficio dell'integrazione giornaliera di vitamina D e acidi grassi omega-3 per ridurre il rischio di malattie autoimmuni, gli effetti salutari della vitamina D giornaliera sembrano essere diminuiti dopo che la supplementazione è stata interrotta, mentre la protezione da omega-3 si è mantenuta per almeno altri 2 anni.

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Monitorare con regolarità la PA delle donne nelle prime settimane dopo il parto garantisce benefici cardiovascolari a lungo termine: lo sottolineano i dati di un recente studio pubblicato su Jama. “Il cuore subisce cambiamenti significativi durante qualsiasi gravidanza per far fronte alle maggiori richieste circolatorie del bambino in crescita, e questi cambiamenti sono molto più profondi durante una gravidanza caratterizzata da ipertensione, a causa dell'aumento dello stress della gravidanza", ha detto l'autore dello studio Paul Leeson dell'Università di Oxford nel Regno Unito.

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Un gruppo di ricercatori del Policlinico Campus Bio-Medico di Roma ha effettuato uno studio per valutare se l’utilizzo di una serie di dispositivi collegabili al telefonino, in grado, ad esempio, di monitorare la frequenza cardiaca e di misurare alcuni parametri vitali, potesse aiutare a identificare in maniera più efficace una possibile causa dell’ictus: grazie al monitoraggio previsto dallo studio sono stati infatti riscontrati precocemente segnali di fibrillazione atriale, un’aritmia cardiaca causa di ictus, che hanno consentito di agire subito con la corretta terapia di prevenzione (un farmaco anticoagulante).

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Una dieta vegetariana o comunque a base prevalentemente vegetale è collegata a una probabilità inferiore del 39% di infezione da Covid, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista BMJ Nutrition Prevention & Health. I risultati spingono i ricercatori a suggerire che una dieta ricca di verdure, legumi e noci e povera di latticini e carne può aiutare a scongiurare l’infezione.

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Sappiamo tutti che la mancanza di sonno nuoce al cervello. Dopo una notte insonne, non siamo in grado di funzionare correttamente, commettiamo errori e l'intera giornata sembra confusa. Questi sono gli effetti acuti della mancanza di sonno, ma la vera domanda è: la mancanza di sonno potrebbe portare a un deterioramento cognitivo permanente in futuro?

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Secondo una ricerca condotta dall’Università di Exeter, i rischi associati allo sviluppo di demenza nella mezza età potrebbero essere ridotti prendendo di mira alcuni fattori correlati allo stile di vita e alle abitudini di salute. Sebbene la prevalenza della demenza sia più alta nelle persone anziane, l’impatto sull’occupazione, sulla vita sociale e sulle relazioni familiari è particolarmente elevato per coloro che sviluppano la condizione prima dei 65 anni.

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Intervista


Congresso della Società europea di cardiologia: quali novità?
Stefano Carugo
Direttore SC Cardiologia
Policlinico di Milano

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