Il nuovo documento “La fragilità ossea nel paziente con diabete mellito” è il frutto di un gruppo di lavoro tra diverse società scienti-fiche (SID - SIE - SIGG - SIOT). La pubblicazione (disponibile in www.siditalia.it) fornisce indicazioni e raccomandazioni aggiornate per la valutazione del rischio, diagnosi, prevenzione e gestione del paziente con diabete e fratture da fragilità ossea.
Come per gli altri coronavirus, anche il virus SARS-CoV-2 può raggiungere il SNC per via ematogena o attraverso alcuni nervi cranici (olfattorio, trigemino, glosso-faringeo, vago). I primi dati relativi a complicanze neurologiche nella Covid-19 sono stati riportati in uno studio effettuato negli ospedali di Wuhan (gennaio-febbraio), che ha evidenziato che su 214 pazienti ricoverati vi era un 36% di complicanze neurologiche, che arrivava al 45% nei casi più gravi.
Le Società Scientifiche di Allergologia AAIITO e SIAAIC hanno indicato in un documento tecnico la stratificazione del rischio allergologico per i soggetti con storia di pregressa reazione allergica, per affrontare in sicurezza la prima somministrazione di vaccino per Covid-19, e per quelli che sviluppano una reazione alla loro prima dose. Sul sito www.allergicamente.it le risposte degli esperti alle domande più frequenti.
ASSIMEFAC (Associazione Società Scientifica Interdisciplinare e di Medicina di Famiglia e Comunità ) ha prodotto un documento, “Covid-19 - Guida Pratica per il Medico di Medicina Generale” che vuole essere uno strumento utile per tutti Medici di famiglia che quotidianamente si prendono cura delle persone colpite da Covid-19.
Uno studio italiano ha individuato almeno 6 manifestazioni cutanee che erroneamente possono essere confuse con varicella, orticaria, vasculite e geloni: in realtà non sono altro che manifestazioni cutanee del Sars-CoV-2, associate a vari stadi della malattia. Il dermatologo Angelo Marzano invita a fare un tampone se sulla pelle compare uno dei sei ‘segnali’.
Uno studio condotto su pazienti dimessi dall'ospedale dopo il Covid-19 mostra che a distanza di 6 mesi i sopravvissuti erano prevalentemente gravati da affaticamento, debolezza muscolare, disturbi del sonno e ansia/depressione. Coloro che avevano avuto un'infezione grave avevano inoltre maggiori probabilità di residuare una compromissione della funzionalità polmonare. Questi pazienti dovrebbero dunque essere l'obiettivo principale di un intervento volto a promuovere il recupero a lungo termine.
Mentre una volta era un tumore raro, l'incidenza del melanoma è aumentata di sei volte negli ultimi 40 anni (allo stesso tempo, quella del cancro alla tiroide è aumentata di tre volte e quella del tumore mammario di 1.5). Un team di esperti del Brigham and Women’s Hospital di Boston tuttavia si interroga su come interpretare questo spettacolare rialzo: è davvero un'epidemia di melanoma o si tratta invece di un'epidemia diagnostica?