In vista dell’inizio della diffusione dei principali pollini allergenici sul territorio nazionale, con l’arrivo della primavera, l’Associazione Allergologi Immunologi Territoriali e Ospedalieri (AAIITO), mette a disposizione un vademecum strutturato in sei punti con l’obiettivo di facilitare la corretta interpretazione delle diverse manifestazioni cliniche, rassicurare i pazienti allergici e fornire raccomandazioni utili al contenimento del contagio da Covid-19.

Uno studio del gruppo di Massimo Galli accettato dalla rivista Clinical Infectious Diseases riporta la prima descrizione dei disturbi di gusto e olfatto come manifestazioni cliniche frequenti in pazienti con infezione da severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 (SARS-CoV-2). Più frequente tra i giovani e le donne, il sintomo può costituire un prezioso indicatore in pazienti con sintomi leggeri per ulteriori approfondimenti diagnostici.

Una recente revisione, condotta dal Chinece Centre for Disease Control and Prevention, indica che, a differenza dei pazienti adulti, la maggior parte dei bambini infetti sembra avere un decorso clinico più lieve. Ma poiché le infezioni asintomatiche non sono rare, la determinazione del potenziale di trasmissione da questi pazienti asintomatici è di estrema importanza in un ottica di applicazione delle migliori misure per il controllo della pandemia in corso.

I numerosi studi dedicati al COVID-19 si sono fondamentalmente concentrati sulle caratteristiche epidemiologiche, cliniche e radiologiche dell’infezione. L’osservazione dei pazienti guariti ha invece sino ad ora raccolto scarsa attenzione: in merito a questo una lettera pubblicata di recente su Jama solleva alcuni aspetti per certi versi inquietanti, in un momento in cui i casi di infezione al di fuori della Cina si moltiplicano.

In un articolo apparso su Americal Journal of Gastroenterology si legge che i sintomi digestivi sono comuni nei pazienti con COVID-19. I pazienti che presentano questo tipo di sintomatologia hanno un lasso di tempo più prolungato tra l’esordio del quadro clinico e l’ammissione in ospedale e inoltre la loro prognosi risultava peggiore. I medici dovrebbero essere consci che i sintomi come la diarrea possono essere una presentazione del COVID-19 e che potrebbe essere necessaria una maggiore attenzione a questi pazienti.

L’appello dell’Associazione Medici Diabetologi e della Società Italiana di Diabetologia alle persone con diabete: attenersi alle “5 regole dei giorni di malattia”, cioè le norme precauzionali da seguire in caso di qualsiasi altra patologia concomitante, per non compromettere il controllo glicemico.