Per Luciano Congiu segretario regionale Smi Sardegna, questa nuova opportunità contrattuale non affronta in modo efficace le problematiche che affliggono la professione  imponendo a nuovi medici di farsi carico di un modello già in crisi, ignorando i cambiamenti sociali, demografici e tecnologici degli ultimi decenni. La conseguenza è una diminuzione dell'attrattiva della professione, già compromessa da carichi di lavoro eccessivi.

"Le aziende del Ssn, fino al 31 dicembre 2026, possono prorogare, con il consenso degli interessati e comunque non oltre un anno successivo al raggiungimento del limite di età previsto dalla legge, il rapporto con il personale medico in regime di convenzionamento con il Ssn", così recita l'emendamento inserito nel decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25 a cui l'Aula Montecitorio ha dato il via libera. Il testo ora ora passa al vaglio del Senato.

“Il cosiddetto Acn ponte dei medici di medicina generale, nato con la dichiarata funzione di transizione - sottolinea in una nota la Uil Fpl - si è rivelato nei fatti un punto d’arrivo anziché un trampolino verso una riforma strutturata. Il Governo deve aprire immediatamente un nuovo tavolo di confronto, coinvolgendo le parti sociali, per delineare insieme un percorso chiaro e attuabile. La posta in gioco è troppo alta per permettersi ulteriori rinvii. La medicina di prossimità va pensata e regolata dentro un unico Acn, che non lasci spazio ad ambiguità: chi fa cosa, dove, come e quando, con regole certe, risorse adeguate e una visione che restituisca centralità e autorevolezza al ruolo del medico sul territorio".

EvdNell'articolo di Milena Gabanelli e Simona Ravizza: "Medici di famiglia e riforma: le bugie a cui i pazienti non devono credere",  pubblicato di recente nella sezione Dataroom del Corriere della Sera, vengono sollevate delle critiche pesantissime nei confronti della Fimmg. Si accusa il sindacato di terrorismo psicologico verso i cittadini, con messaggi fuorvianti e ingannevoli che alimentano paure e preoccupazioni infondate riguardo la riforma della medicina territoriale, in particolare verso la prospettiva della dipendenza dei Mmg dal Ssn.

EvdIn una lettera aperta alle Istituzioni il Sindacato nazionale autonomo medici italiani chiede che per affrontare la crisi della medicina territoriale si cambi totalmente rotta vista l'inefficacia delle misure introdotte negli ultimi anni. E avverte: "Se non verranno prese misure immediate e strutturali, il rischio è quello del 'gettonismo del territorio': un modello disarticolato, costoso e privo di continuità assistenziale, che minerebbe alle fondamenta il principio di medicina di prossimità, pilastro del nostro Ssn".

La Regione, per sopperire alla mancanza dei medici del 118, sta valutando la possibilità di sanare tale carenza formando gli infermieri con un corso annuale ad hoc. In una nota, la segreteria di Smi Molise sottolinea la propria contrarietà verso tale soluzione, sostenenedo che si tratterebbe di una una misura tampone che  mette a rischio l’atto medico che deve essere sempre a cura di un medico.

In una lettera indirizzata al Ministro della Salute Orazio Schillaci, il segretario Nazionale Anaao Assomed, Pierino Di Silverio ha denunciato come: "Nonostante l’impegno, le liste d'attesa non si accorciano. Occorrono altre misure urgenti che vanno concordate con gli operatori". Sulla questione è intervenuto anche Pier Luigi Bartoletti, vice segretario nazionale vicario della Fimmg che ha dichiarato all'Adnkronos Salute: "Con gli strumenti che abbiamo oggi a disposizione il nostro intervento sulle liste d'attesa è quasi pari a zero, abbiamo armi spuntate".