I soldi non bastano per adeguare le borse di studio della Medicina generale al livello previsto dalle scuole di specializzazione. La Commissione Bilancio in Senato ha infatti bocciato la proposta di inserire questo significativo cambiamento nel 'Ddl prestazioni sanitarie'. Un colpo d'arresto che vanifica le speranze di molti e dello stesso Ministro della Salute che si era espresso a favore dell’istituzione della scuola di specializzazione. La normativa attuale sulla formazione dei medici di medicina generale, quindi, rimane quella stabilita nel 1999.
Contro la bocciatura dell'emendamento al Ddl sulle prestazioni sanitarie, che contemplava la trasformazione del Corso di formazione della Mg in scuola di specializzazione, si è levato un coro di critiche. Per Snami la politica ha perso un’occasione per garantire pari dignità formativa e contrattuale ai futuri Mmg. Fmt ha definito tale scelta un passo falso del ministro della Salute che aveva garantito il via libera su questa importante riforma che avrebbe avvicinato il nostro Paese agli standard europei. Assimefac propone addirittura una tassa di scopo per poter dare finalmente dignità di Disciplina alla Mg.
L'ipotesi del passaggio dei medici di medicina generale all'interno del Ssn come dipendenti, in previsione dell'avvio a pieno regime delle Case e degli Ospedali di Comunità declinati dal Pnrr, è nelle mani delle Regioni che ancora non si sono pronunciate sulla questione. Questo è quanto si evince dalla dichiarazione del Ministro della Salute all'Adnkronos a margine dell'evento svoltosi a Roma per i 300 anni dell'antico ospedale San Gallicano.
Dal Segretariato italiano studenti in Medicina ai medici della Cimo e di Anaao Assomed si leva un forte e chiaro disappunto sull'approvazione della Riforma del test di accesso 2025 alla facoltà di Medicina. Per i due sindacati questa riforma non solo darà inizio ad una nuova pletora medica, ma non risolve in alcun modo la carenza di personale medico che attanaglia il nostro Ssn.
Dare spazio e voce ai medici di medicina generale per interpretare le esigenze di chi esercita la Medicina di Famiglia, questo è sempre stato l'obiettivo delle nostre pubblicazioni cartacee e digitali. Ed è proprio per questo motivo che non possiamo esimerci dal lanciare un sondaggio su di una questione che appare dirimente per il futuro della professione e che è fonte di acceso dibattito.
Sono stati 18.213, nel 2023, gli operatori sanitari coinvolti in aggressioni e il fenomeno in questi anni non si è placato. Dal III Rapporto Fnomceo-Censis, presentato di recente, che indaga sulle cause di tale realtà, emerge che per sradicare questa violenza, oltre al pugno di ferro sui responsabili di atti violenti, occorre un massiccio rilancio del Servizio sanitario per poter allentare la pressione quotidiana della domanda sanitaria dei cittadini esercitata su strutture e servizi che è la prima causa della difficile condizione lavorativa di medici, infermieri e altro personale sanitario.
La Federazione dei Medici Territoriali sostiene l’emendamento al Ddl “prestazioni sanitarie” in discussione al Senato affinché il Cfsmg sia specialistico, come nel resto d’Europa, ma chiede una riforma complessiva anche del corso di laurea in Medicina affinché la formazione dei futuri Mmg venga demandata ai dipartimenti universitari di medicina generale gestiti da medici di famiglia.