Il Ssn deve fare i conti con la crescente penuria di medici di medicina generale. Per invertire questa tendenza, secondo il Sindacato dei medici italiani, bisogna investire da subito sulle risorse umane, sui medici dell’area convenzionata equiparando i loro stipendi a quelli europei, innalzando le tutele e garantendo maggiori diritti, sostenendo le spese di gestioni degli studi, attualmente tutte a carico dei professionisti e prevedere misure di vantaggio per la fiscalità. Questi provvedimenti potrebbero rappresentare degli incentivi per le nuove generazioni a intraprendere la professione.

L'approvazione dell'emendamento al Dl Professioni sanitarie che stabilisce la certificazione di malattia con modalità di telemedicina per Pina Onotri, segretario generale Smi, è un primo passo verso un alleggerimento della burocrazia a cui sono sottoposti i medici di medicina generale, ma bisogna fare di più. Per Angelo Testa, presidente Snami però sarà di difficile applicazione e quindi non andrà a ridurre il carico burocratico dei Mmg.

EvdPer il 72,3% dei cittadini negli anni si è verificato un peggioramento del Ssn. Ma, in un contesto di crisi conclamata del servizio sanitario e in un momento di incrinatura nel rapporto medico-paziente, c’è un baluardo che tiene: ed è proprio il medico di medicina generale. Per l’88,9% degli italiani è una figura importante perché lo aiuta a trovare soluzioni adatte alle sue esigenze, per il 76% è essenziale averlo vicino casa e il 71,8% non rinuncerebbe mai al proprio Mmg di fiducia. Questo è quanto si evince da alcuni dati del III Rapporto Fnomceo-Censis, “Centralità del medico e qualità del rapporto con i pazienti per una buona sanità. Alle origini della criticità della condizione dei medici nel Servizio sanitario”.

EvdIl monitoraggio dei Lea ha indicato per l'anno 2023 un trend di peggioramento continuo nell'area delle cure sul territorio. "Noi stiamo cercando di dare il massimo per la Medicina generale - ha commentato all'Adnkronos Salute il segretario nazionale della Fimmg Silvestro Scotti. Per Scotti  un tale risultato, oltre alla crisi che vive il comparto per la carenza di Mmg e l'aumento delle cronicità, non può prescindere dal fatto che si  sia investito di più sull'ospedale "per far fronte alle necessità dell'assistenza ospedaliera, anche con misure tampone, ma nulla è stato fatto per il territorio".

“La situazione di grande confusione in cui versa la medicina generale non aiuta né ad arruolare nuovi medici né a trattenere quelli che già operano con fatica sul territorio” – dichiara il presidente nazionale Snami Angelo Testa. “Le scelte politiche frammentarie e l’assenza di una visione chiara stanno rendendo sempre meno attrattiva una professione che è la colonna portante dell’assistenza primaria. È tempo di scelte coraggiose: specializzazione, nuovo contratto e investimenti reali per garantire un futuro alla sanità territoriale e il diritto alla salute ai cittadini”.

EvdUno studio del Centro studi “Maccacaro” su 1/3 degli iscritti di Federazione dei Medici Territoriali (Fmt) ha tracciato un identikit sui desiderata dei medici di famiglia: rapporto fiduciario, capillarità e autonomia sono irrinunciabili, ma chiedono maggiori tutele e un nuovo Acn similare a quello della specialistica ambulatoriale. Inoltre i medici manifestano forti perplessità sull’efficacia delle Case di Comunità. Fmt utilizzerà i dati dell'indagine a supporto di una proposta di riforma dell'assistenza primaria e territoriale e in relazione al dibattito in corso sullo stato giuridico della categoria.

EvdAlla crisi della Medicina generale oggi la politica intende rispondere con una riforma radicale. Governo e Regioni concordano sulla necessità di passare dal rapporto di convenzione a quello di dipendenza per i Mmg, con l’obiettivo primario di garantirne la presenza nelle Case di Comunità e negli altri servizi della Asl. "Eppure – spiega Nino Cartabellotta  presidente Fondazione Gimbe  – non è stata condotta alcuna valutazione di impatto che dimostri l’efficacia di questa soluzione: un’analisi approfondita dovrebbe considerare gli effetti economici, contributivi, organizzativi e professionali di una riforma di tale portata".