Nel recente Comitato centrale, il sindacato ha ribadito la necessità di una riforma radicale per garantire una sanità più flessibile e moderna con tale finalità propone: l'istituzione della Scuola di specializzazione universitaria in Mg; la revisione del ruolo unico; l'eliminazone delle incompatibilità e una maggiore apertura al lavoro orario nelle CdC.
Dopo mesi di attesa, è stato presentato e visionato dal Ministero della Salute il documento con le linee guida per la riforma dell’assistenza territoriale. Il fulcro della proposta è la possibilità per i medici di medicina generale di scegliere tra dipendenza e convenzione, senza perdere il rapporto fiduciario con i pazienti. Dieci punti chiave delineano le azioni necessarie per migliorare la formazione, la programmazione sanitaria e l’organizzazione della medicina primaria, integrandola con le strutture del Pnrr. Ma quanto costerà questa riforma? Al momento non ci sono cifre ufficiali.
La proposta delle Regioni sul nuovo impianto della medicina territoriale, sostenuta dal ministro Orazio Schillaci, introduce il "doppio canale" per i medici di famiglia, permettendo loro di scegliere tra libera professione e dipendenza dal Ssn. Ma l'ipotesi incontra forti critiche: la Fimmg esprime dubbi sul nuovo modello, mentre la Fmt la boccia completamente, definendola "sbagliata e inutile". Solo la previsione della specializzazione in Mg raccoglie consenso. Nel frattempo, secondo quanto precisato da Schillaci, il Governo ha previsto un investimento di 250 milioni di euro all'anno per il 2025 e il 2026 per l’assunzione di Mmg, specialisti e infermieri.
L'Ia sta diventando un supporto prezioso per i medici di famiglia, alleggerendo il carico burocratico e facilitando l’accesso alle informazioni scientifiche. Tuttavia, il rapporto umano e fiduciario con il paziente rimane il fulcro della Medicina generale, insostituibile anche di fronte alle innovazioni tecnologiche. È quanto emerge da un’indagine del Centro Studi Fimmg, che evidenzia opportunità e criticità dell’integrazione dell’IA nella pratica quotidiana.
La survey condotta da M.D. Digital, "Convenzione o dipendenza? Dite la vostra", ha confermato la prevalenza del modello convenzionato tra i medici di medicina generale, con il 58,54% dei partecipanti favorevoli a mantenere il sistema attuale, contro il 41,46% che sostiene la dipendenza. Tuttavia, il dato più rilevante che emerge è la significativa frattura generazionale, territoriale e di genere. I medici più anziani difendono la convenzione, mentre le nuove generazioni - con una significativa incidenza delle donne medico - considerano la dipendenza una possibile soluzione alla precarietà lavorativa, al carico burocratico crescente e alla mancanza di tutele.
Le farmacie offriranno prestazioni di telecardiologia, televisite e telemonitoraggio, con il supporto degli specialisti ambulatoriali. L’accordo punta a rafforzare l’integrazione tra i professionisti della sanità territoriale, migliorando l’accesso ai servizi per i cittadini, soprattutto nelle aree meno servite.
A Catanzaro, esperti e rappresentanti del settore sanitario hanno discusso sulle peculiarità del nuovo Accordo integrativo regionale per i medici di medicina generale. Francesco Esposito, segretario Fmt, ha evidenziato la rilevanza del dialogo tra gli attori della sanità sottolineando il valore dell'intesa rispetto ad altre proposte nazionali, soffermandosi anche sul dibattito riguardante il ruolo unico.