Sulla necessità di una radicale trasformazione della medicina territoriale si è discusso di recente in Senato durante la Conferenza stampa “Medicina Generale: Perché è importante la Riforma?”, promossa su iniziativa della vicepresidente del Senato. All'evento hanno partecipato rappresentanti dell'Istituto Mario Negri, della Campagna Phc, del Movimento Giotto, del Movimento Mmg per la Dirigenza e della Società Italiana di Medicina di Comunità e delle Cure Primarie. Il Movimento Mmg per la Dirigenza ha presentato un proprio documento su come riqualificare la professione di medico di medicina generale.
L'adesione al sondaggio: "Convenzionati o dipendenti? Dite il vostro parere", lanciato dalla nostra testata, sta andando al di là delle nostre aspettative e testimonia quanto tale questione tocchi un nodo cruciale per l'esercizio della professione dei medici di medicina generale sia per 'i veterani' sia per chi, come i giovani medici, si sta approcciando ad essa. Motivo per cui abbiamo deciso di proseguire l’iniziativa e tirare le conclusioni entro maggio. La finalità di questa indagine è quella di delineare, da un osservatorio privilegiato come il nostro, il sentiment di una professione, sempre meno attrattativa per le future generazioni, sugli eventuali scenari professionali aperti dalla riforma della medicina territoriale.
Scarseggiano le adesioni da Nord a Sud dei Mmg già titolari di incarico, che hanno la facoltà di scegliere questo nuovo ruolo. L'adesione è invece obbligatoria per chi concluderà il percorso formativo quest'anno. Ma i giovani medici minacciano di adire alle vie legali. I medici del Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale della Lombardia, per esempio, sottolineano che come corsisti quando hanno accettato la convenzione tali cambiamenti non erano compresi nel contratto.
"Il cambiamento dello status giuridico della medicina generale non risolve il tema dell’appropriatezza né il problema delle liste d'attesa". Il segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti, è intervenuto con parole dure nella polemica sulla riforma della medicina generale tra Ministero della Salute e Conferenza delle Regioni: "La Medicina generale è stufa di essere l’alibi delle Regioni, ed anzi, ritrova nel ministro Schillaci l’unico interlocutore che finora abbia mostrato coerenza tra le discussioni avviate e le azioni messe in campo".
L’ultimo accordo integrativo regionale per la Mg risaliva al 2018, a luglio 2024 è stato siglato il nuovo accordo, ma solo pochi giorni fa è stato firmato il Dca inerente alla sua pubblicazione. Francesco Esposito segretario nazionale di Fmt ha commentato ciò sottolineando:“L'accordo firmato dai sindacati lo scorso luglio (2024) ha subito sei mesi di ritardo per le solite ‘trafile romane’. Una prova ulteriore della necessità di mettere fine a questo assurdo commissariamento della regione Calabria: non ha prodotto nulla di buono”.
Smi avverte che a breve lanciarà una petizione affinché ai medici di famiglia, nell’esercizio delle loro funzioni, che contraggono una malattia, a seguito del contagio di un virus che produca la morte, l'inabilità permanente o l'inabilità assoluta temporanea per più di tre giorni, sia riconosciuto l’infortunio sul lavoro e che sia classificato come derivato da una causa violenta.
Tra i medici italiani con meno di 50 anni, sei su dieci sono donne. E, tra i medici con età compresa tra i 40 e i 49 anni, la proporzione sale al 64%: quasi due su tre. Sono questi alcuni dei dati più eclatanti tra quelli elaborati, come ogni anno, in occasione dell’8 marzo dal Ced della Fnomceo e aggiornati al 18 febbraio scorso. Gli Odontoiatri sono ancora per il 70 % uomini, ma tra i più giovani c’è la parità.