Alessandro Rossi, Presidente Simg durante il convegno al Senato: 'Connessi. La digitalizzazione della sanità nelle aree interne e nelle comunità montane' ha tenuto a sottolineare: "4 milioni di persone in Italia sono senza una sanità di prossimità, ma l’impiego della tecnologia potrebbe permettere di ridurre il divario tra grandi centri urbani e aree interne. L'utilizzo di questi strumenti però non deve snaturare le prerogative professionali e culturali della Medicina generale".
Pina Onotri segretario generale dello Smi, nel giorno in cui è partita la discussione presso la Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati del provvedimento inerente la ‘Delega al Governo per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia’, ha ribadito l'urgenza di creare una scuola di specializzazione universitaria, con uno specifico settore, che formi medici specialisti nelle cure primarie/assistenza sanitaria primaria.
Il 57% dei medici della Lombardia ritiene la situazione lavorativa insoddisfacente. Il 27% dichiara di aver cambiato lavoro negli ultimi 5 anni e il 26% è intenzionato a lasciare il proprio posto di lavoro nei prossimi 12 mesi. Più della metà del (53%) asserisce di aver considerato la possibilità di abbandonare la professione medica. Questo è quanto si evince dai risultati dello studio condotto da Anaao Assomed Lombardia che ha indagato gli articolati temi del benessere organizzativo e del cambiamento nella professione medica nella Regione negli ultimi anni.
Per Federazione dei Medici Territoriali-Fmt, destano grande preoccupazione le parole del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca pronunciate in una intervista ad Agorà (Rai) contro i medici di medicina generale: "I cittadini quando vanno dal medico di famiglia oggi trovano lo studio aperto due ore al giorno".
Dai dati raccolti da un recente sondaggio di Fimmg-Formazione, condotto tra i medici del Corso di Medicina Generale, fra gli oltre 3.000 partecipanti emerge che circa il 70% si dichiara contrario alla dipendenza, mentre solo una minoranza la considera un’opzione accettabile. Inoltre, una percentuale significativa di corsisti ha espresso forti dubbi sulla possibilità di proseguire il proprio percorso formativo nel caso in cui la dipendenza diventasse obbligatoria.
Per Cosmo De Matteis, presidente nazionale emerito Smi, una chiave di volta per la crisi della medicina generale nella Regione potrebbe essere quella di lasciare ai giovani assunti la scelta volontaria sulla tipologia di contratto che vogliono avere: "Sarebbe l’ora di far cadere tutte le resistenze che a vario titolo si intrapongono dall’adozione di una scelta volontaria tra rapporto di dipendenza o a convezione per chi intraprende la professione di medico di famiglia e soprattutto per i giovani".
"Possiamo essere dipendenti, ma solo del rapporto di fiducia con i nostri assistiti". Così scrive il segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti, in una lettera aperta, prendendo spunto da un recente sondaggio di Altroconsumo. Ringrazia gli assistiti, perché, ancora una volta i dati confermano la stima dei cittadini per il rapporto di fiducia, la vicinanza e la continuità della cura garantite dai medici di medicina generale.