Ad esprimerli è Angelo Testa, Presidente nazionale Snami, che rilancia l’autocertificazione dei primi 3 giorni di malattia come scelta appropriata che alleggerirebbe significativamente il lavoro nella medicina territoriale e nel contempo responsabilizzerebbe i pazienti. Di tutt'altro parere la Fimmg secondo cui la certificazione attraverso la televisita, (art. 20 Decreto Semplificazioni) alleggerirebbe i carichi di lavoro dei Mmg, soprattutto quelli amministrativi che riducono l’attrattività della medicina di famiglia agli occhi dei giovani laureati.
"L’unificazione di tutti gli operatori sanitari nel contratto della dipendenza dal Ssn non è un aspetto marginale del nuovo assetto delle cure primarie, ma è l’unico modo per consentire un'efficace collaborazione tra ospedale e territorio". Questa è la risposta del Movimento Mmg per la Dirigenza alle recenti affermazioni del Ministro della Salute in merito al futuro ruolo dei medici di famiglia nell'ambito della riforma della medicina di primo livello. Per il Ministro a fare la differenza non sarà la dipendenza o che i Mmg restino nel Ssn liberi professionisti convenzionati, ma la disponibilità oraria dei medici di medicina generale all'interno delle Case di Comunità.
Il diniego, forte e chiaro, viene dal segretario generale della Fimmg Silvestro Scotti che in una intervista all'Adnkronos ha dichiarato: "Privatizzare le cure primarie significherebbe denaturarle. L'esempio dell'Inghilterra, dove è in arrivo una piattaforma privata norvegese di medici di medicina generale che propone servizi a pagamento, "nel nostro Paese favorirebbe un'assistenza a più velocità, e, soprattutto, metterebbe a rischio la prevenzione, elemento essenziale in una visione della salute globale".
Contro i pazienti aggressivi i medici di medicina generale si difendono mettendo in campo il dispositivo della ricusazione. Il fenomeno ha avuto una vera e propria escalation nel trevigiano (Ulss 2) dove nel 2023 le ricusazioni da parte dei medici di famiglia sono state 500. Per i pazienti ricusati, scegliere un altro medico sarà difficile, vista la penuria di cui soffre il territorio.
Il Ministro della Salute, per contrastare il fenomeno dei 'medici in fuga', sta ipotizzando di introdurre, come per i ricercatori, un maxi sconto fino al 90% sulle tasse per incentivarli a rientrare in Italia a lavorare nel Ssn. La proposta è attualmente in fase di valutazione da parte del Ministero dell'Economia.
In concomitanza del varo della normativa da parte del Consiglio dei Ministri, Pina Onotri, segretario generale Smi lancia un appello sulla necessità di: "sburocratizzare la medicina generale, valorizzare la telemedicina per le visite a distanza, consentire l'autocertificazione dei primi tre giorni di malattia". Per Onotri l’enorme richiesta di certificazioni per malattia, provoca un overbording dei presidi sanitari, sia ospedalieri sia territoriali, che fa da barriera all’accesso dei pazienti che necessitano di assistenza medica.
Fiorenzo Corti, vice-segretario nazionale della Fimmg, in occasione dell'evento Adnkronos Q&A 'Salute e sanità, una sfida condivisa, svoltosi a Roma, ha precisato che il nuovo ACN per la MG dovrà garantire un servizio di prossimità fondato sul rapporto di fiducia con un medico scelto dal paziente. In merito alle Case di Comunità (CdC) ha sottolineato che: "La disponibilità dei Mmg a lavorare nelle CdC c'è - ma non va inteso come un trasferimento 'sic et sempliciter". Per Corti nella nuova medicina territoriale è fondamentale che tali presidi siano un luogo dove si incroci l'attività dei medici di medicina generale con quella degli infermieri e degli specialisti.