Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Public Health, l'esposizione a lungo termine all'inquinamento atmosferico porta a comportamenti improntati a sedentarietà, in particolare nei soggetti a rischio di diabete. Gli autori dello studio hanno esaminato la correlazione tra i protratti livelli elevati di particolato con diametro ≤2.5 μm (PM2.5), ≤10 μm (PM10) e di biossido di azoto (NO2) e variazione annuale nel comportamento sedentario misurato con l’accelerometro, nell’attività fisica da moderata a vigorosa (MVPA) e nel numero di passi in 644 adulti a rischio di diabete di tipo 2 che hanno partecipato allo studio Walking Away from Type 2 Diabetes.

Gli adulti che perdono peso nell'anno successivo alla diagnosi di diabete di tipo 2 hanno maggiori probabilità di ottenere la remissione del diabete. Al contrario il recupero del peso dopo la remissione aumenta il rischio di ritorno all'iperglicemia. È quanto emerge da uno studio pubblicato su PLOS Medicine.

EvdÈ stato pubblicato su PNAS - Proceedings of the National Academy of Sciences lo studio a cura del Monoclonal Antibody Discovery (MAD) Lab e del Data Science for Health (DaScH) Lab della Fondazione Toscana Life Sciences che analizza l’importanza della valutazione della risposta immunitaria indotta dalla porzione Fc degli anticorpi monoclonali umani nello sviluppo di nuove terapie contro SARS-CoV-2.

Alcuni dati mostrano che bassi livelli di interleuchina-4 e interleuchina-17 sono associati alla malattia coronarica. Questi marcatori potrebbero potenzialmente servire come strumento diagnostico per guidare l'invio del paziente all'angiografia.  Il modello di previsione del rischio costruito combinando queste citochine sieriche con altri fattori di rischio clinici come sesso, fumo, diabete e C-Hdl ha il potenziale per identificare individui con CAD senza IM acuto e potrebbe essere strumento diagnostico economicamente vantaggioso e a basso rischio per guidare l’invio di pazienti sintomatici all’angiografia, soprattutto in contesti con risorse limitate.

Poiché la causa delle malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD) come il morbo di Crohn o la colite ulcerosa non è ancora nota, il trattamento per i malati è attualmente mirato ad alleviare i sintomi, spesso dolorosi. La scoperta da parte di un gruppo di ricerca della MedUni Vienna che il fattore scatenante dell'IBD potrebbe trovarsi sulla superficie delle cellule epiteliali intestinali fornisce un nuovo potenziale punto di partenza per lo sviluppo di strategie terapeutiche.

EvdUno studio Iss conferma che l’Italia è ‘iodosufficiente” grazie ai 15 anni di promozione del consumo di sale iodato,  con una forte diminuzione dei rischi legati alla carenza nutrizionale di iodio, primi fra tutti il gozzo e la sua evoluzione in gozzo nodulare; inoltre si conferma anche la sicurezza del programma nazionale di iodoprofilassi.

L’ascolto della voce del paziente per migliorare le cure, la ricerca clinica, la programmazione sanitaria e la sostenibilità del Ssn. È il risultato conseguibile con un impiego sistematico e strutturato degli strumenti di raccolta dei dati sanitari. Un’indagine condotta nel contesto del progetto PATH con la collaborazione delle Associazioni di Pazienti rivela che per 3 pazienti su 4 la condivisione e l’utilizzo dei dati sanitari è fondamentale per un percorso di cura più efficace.