Un farmaco utilizzato per il trattamento dell’asma, può avere significativi effetti antiproliferativi sulle cellule del tumore pancreatico. La scoperta è avvenuta nell’ambito di uno studio coordinato da ricercatori e ricercatrici dell’Istituto di genetica e biofisica “A. Buzzati-Traverso” del Cnr di Napoli, in collaborazione con l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e istituzioni di ricerca straniere. 

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Uno studio internazionale pubblicato su Nature Genetics, a cui hanno collaborato ricercatori dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano e dell’Università Statale di Milano, ha aggiunto nuove conoscenze in grado di contribuire a spiegare le cause genetiche e i meccanismi patogenetici della malattia di Parkinson e di esplorare nuovi percorsi biologici e potenziali target terapeutici.

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Secondo le proiezioni dell'Oms, nel 2050 un miliardo di persone sarà affetto da osteoartrosi. Questa situazione è preoccupante, non solo perché si tratta di una patologia invalidante, ma anche perché quando è sintomatica è associata a un eccesso di mortalità. Non si osservano invece correlazioni simili quando si tratta di una patologia a riscontro esclusivamente radiografico.

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Per la bassa specificità della misurazione dei livelli di Psa per lo screening del Ca prostatico, sono spesso realizzate biopsie non necessarie e diagnosi di cancro di basso grado. Le biopsie guidate con RM multiparametrica possono migliorare la diagnosi dei tumori di grado 2, ma l'implementazione diffusa è impegnativa. L'uso di biomarcatori per stratificare il rischio di cancro alla prostata può essere un'opzione più pratica.

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Nel periodo compreso tra il 2010 e il 2021 si è registrato un aumento dei disturbi ipertensivi della gravidanza e della maggior parte dei fattori di rischio associati alla pre-eclampsia anche nella popolazione generale di gestanti. Il dato proviene da una lettera di ricerca pubblicata su JAMA. 

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Sono all’orizzonte nuove possibili strategie di trattamento personalizzato del diabete mellito di tipo 1, che potrebbero portare a migliorare diagnosi e gestione della malattia. A suggerirlo uno studio dell’Università di Siena, guidato dal professor Francesco Dotta, ordinario di Endocrinologia e direttore della UOC Diabetologia dell’AOU Senese, finanziato dalla UE nell’ambito del progetto INNODIA e dal Ministero dell’Università e della Ricerca.

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Intervista


Ipovitaminosi D come fattore di rischio cardiovascolare modificabile
Francesco Fedele
Prof. Emerito di Cardiologia
Sapienza Università di Roma
Presidente Istituto Nazionale per le Ricerche Cardiovascolari (INRC)

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