Secondo i risultati del progetto AFFECT-EU, che ha di recente tenuto il suo evento finale a Bruxelles, le persone a rischio dovrebbero sottoporsi al test per la fibrillazione atriale ogni volta che si recano a una visita medica routinaria. I pazienti ad alto rischio di malattia, come quelli con insufficienza cardiaca o precedente ictus, dovrebbero essere invitati a sottoporsi a un test di screening.

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Tanto è maggiore la perdita di peso entro il primo anno dalla diagnosi di diabete tanto aumenta la probabilità di ottenerne la remissione e la diminuzione del rischio di ritornare all’iperglicemia. È quanto emerge da uno studio pubblicato su PLOS Medicine. La ricerca, osservazionale di coorte, è stata condotta utilizzando i dati delle cartelle cliniche dell’Autorità ospedaliera di Hong Kong. 

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Secondo uno studio del Dipartimento di Medicina Interna dell’Università dello Utah, l’esercizio aerobico regolare più avanti negli anni previene l’instabilità genomica caratterizzata da danni al Dna e disfunzione dei telomeri. I dati sono stati presentati all'American Physiology Summit, l'incontro annuale di punta dell'American Physiological Society (APS), a Long Beach, in California. 

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È recente la conferma che la gestione dell'assunzione di sale può prevenire il diabete di tipo 2. L'associazione è mediata dal BMI, dal rapporto vita/fianchi e dalla proteina C-reattiva. Lo studio è stato pubblicato su Mayo Clinic Proceedings.

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L’allocuzione significa “il Ramadan sia generoso”. E che lo sia davvero sulla salute del cuore lo dimostra il fatto che coloro che osservano il precetto religioso possono ridurre, anche se temporaneamente, il colesterolo, altri lipidi e i marcatori infiammatori nel sangue. Questa è la conclusione di un gruppo di scienziati che hanno esaminato il modello del digiuno intermittente del Ramadan (RIF) nelle persone in sovrappeso e obese.

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La disponibilità di terapie antiretrovirali efficaci ha migliorato l’aspettativa di vita delle persone che vivono con Hiv, oggi paragonabile a quella della popolazione generale a patto che la terapia venga assunta correttamente. Tuttavia, le persone con Hiv affrontano delle sfide importanti e il peso psicologico e clinico dell’infezione rimane alto. La depressione è una condizione comune fra queste persone e può ridurre l’aderenza alla terapia e quindi innescare un circolo vizioso che porta a condizioni di salute peggiori.

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Intervista


Presente e futuro del trattamento dell’infezione da HIV
Antonella Castagna
Primario Unità di Malattie Infettive
IRCCS Ospedale San Raffaele Turro, Milano
Direttore Scuola di Specializzazione in Malattie Infettive e Tropicali
Università Vita-Salute San Raffaele, Milano

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