Uno studio condotto su quasi 10.000 anziani ha dimostrato che le fluttuazioni di anno in anno dei livelli di colesterolo totale e colesterolo Ldl erano legate a rischi più elevati di declino cognitivo e demenza. I partecipanti con la più alta variabilità del colesterolo totale avevano un rischio maggiore del 60% di demenza incidente e un rischio maggiore del 23% di declino cognitivo senza demenza, hanno indicato i dati.

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Presentata Fiore 3, indagine di Fondazione Giancarlo Quarta Onlus con il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova e l’Università di Parma per misurare gli effetti a livello cerebrale della continuità di rapporto con lo stesso interlocutore. Le attivazioni cerebrali mostrano che, se il rapporto con il medico è solido e continuo, il paziente vive una situazione di sicurezza, benessere emotivo e stabilità. 

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Un team di scienziati coordinati dall’Università Statale di Milano ha osservato “in vivo”, grazie a tecniche di imaging avanzate, la migrazione delle cellule tumorali nei tessuti viventi, rivelando il meccanismo con cui si spostano all’interno del corpo. Lo studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Science (Pnas) sarà cruciale per identificare nuove strategie di intervento sulle metastasi.

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Si è sempre detto che è meglio cenare presto e fare un pasto leggero. E ora uno studio fornisce le basi scientifiche per questa tesi: secondo i risultati, consumare più del 45% del apporto calorico giornaliero dopo le 17:00 è associato a un aumento dei livelli di glucosio, con le conseguenze dannose che questo ha per la salute, indipendentemente dal peso e dal grasso corporeo.

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Uno studio danese che ha coinvolto 127.092 individui con diabete di tipo 2 ha rilevato tassi di malattie cardiovascolari significativamente più elevati a partire da 30 anni prima della diagnosi di diabete, con odds ratio che vanno da 2.18 a 2.96 rispetto ai controlli abbinati. L'elevato rischio cardiovascolare persisteva dopo la diagnosi di diabete (HR 2.20).

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Secondo un ampio studio presentato nell’ambito di uno degli appuntamenti congressuali più importanti per la pneumologia (Ers, Vienna) le donne in cura per l’asma hanno maggiori probabilità di abortire e necessitano di cure per la fertilità per rimanere incinte. Lo stesso studio suggerisce anche che la maggior parte delle donne con asma sono in grado di avere figli.

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Intervista


Le sfide della cardioncologia, dalla prevenzione alla diagnosi precoce
Alberto Paolo Barosi
Direttore Unità di Cardiologia
Istituto Nazionale dei Tumori, Milano

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