L’allocuzione significa “il Ramadan sia generoso”. E che lo sia davvero sulla salute del cuore lo dimostra il fatto che coloro che osservano il precetto religioso possono ridurre, anche se temporaneamente, il colesterolo, altri lipidi e i marcatori infiammatori nel sangue. Questa è la conclusione di un gruppo di scienziati che hanno esaminato il modello del digiuno intermittente del Ramadan (RIF) nelle persone in sovrappeso e obese.

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La disponibilità di terapie antiretrovirali efficaci ha migliorato l’aspettativa di vita delle persone che vivono con Hiv, oggi paragonabile a quella della popolazione generale a patto che la terapia venga assunta correttamente. Tuttavia, le persone con Hiv affrontano delle sfide importanti e il peso psicologico e clinico dell’infezione rimane alto. La depressione è una condizione comune fra queste persone e può ridurre l’aderenza alla terapia e quindi innescare un circolo vizioso che porta a condizioni di salute peggiori.

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Tanto è maggiore la perdita di peso entro il primo anno dalla diagnosi di diabete tanto aumenta la probabilità di ottenerne la remissione e la diminuzione del rischio di ritornare all’iperglicemia. È quanto emerge da uno studio pubblicato su PLOS Medicine. La ricerca, osservazionale di coorte, è stata condotta utilizzando i dati delle cartelle cliniche dell’Autorità ospedaliera di Hong Kong. 

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Le modifiche al Dna causate dalla violenza sulle donne potrebbero essere ancora più estese di quanto emerso finora dagli studi scientifici, e scoprire fino a che punto si estendono e per quanto tempo perdurano queste ‘cicatrici’ potrebbe essere la chiave per fare una prevenzione ‘di precisione’, che limiti al massimo l’insorgenza di patologie che potrebbero avere origine da un trauma o da una violenza subita. A questo scopo è iniziata la fase multicentrica del Progetto EpiWe.

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È recente la conferma che la gestione dell'assunzione di sale può prevenire il diabete di tipo 2. L'associazione è mediata dal BMI, dal rapporto vita/fianchi e dalla proteina C-reattiva. Lo studio è stato pubblicato su Mayo Clinic Proceedings.

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Ciò che mangiamo influisce sulla composizione della flora intestinale che, a sua volta, è in grado di incidere, nel bene e nel male, sulla salute dei polmoni: lo suggeriscono nuovi dati di un studio in corso sulla funzionalità polmonare dei vigili del fuoco di New York che si trovavano presso il sito del World Trade Center l'11 settembre 2001, e i giorni immediatamente successivi agli attacchi.

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Intervista


Le sfide della cardioncologia, dalla prevenzione alla diagnosi precoce
Alberto Paolo Barosi
Direttore Unità di Cardiologia
Istituto Nazionale dei Tumori, Milano

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