
È recente la conferma che la gestione dell'assunzione di sale può prevenire il diabete di tipo 2. L'associazione è mediata dal BMI, dal rapporto vita/fianchi e dalla proteina C-reattiva. Lo studio è stato pubblicato su Mayo Clinic Proceedings.
È recente la conferma che la gestione dell'assunzione di sale può prevenire il diabete di tipo 2. L'associazione è mediata dal BMI, dal rapporto vita/fianchi e dalla proteina C-reattiva. Lo studio è stato pubblicato su Mayo Clinic Proceedings.
Ciò che mangiamo influisce sulla composizione della flora intestinale che, a sua volta, è in grado di incidere, nel bene e nel male, sulla salute dei polmoni: lo suggeriscono nuovi dati di un studio in corso sulla funzionalità polmonare dei vigili del fuoco di New York che si trovavano presso il sito del World Trade Center l'11 settembre 2001, e i giorni immediatamente successivi agli attacchi.
La disponibilità di terapie antiretrovirali efficaci ha migliorato l’aspettativa di vita delle persone che vivono con Hiv, oggi paragonabile a quella della popolazione generale a patto che la terapia venga assunta correttamente. Tuttavia, le persone con Hiv affrontano delle sfide importanti e il peso psicologico e clinico dell’infezione rimane alto. La depressione è una condizione comune fra queste persone e può ridurre l’aderenza alla terapia e quindi innescare un circolo vizioso che porta a condizioni di salute peggiori.
Nelle persone con obesità, la perdita di peso mediante restrizione energetica intermittente (IER) ha molteplici effetti sull’asse cervello-intestino-microbioma (BGM), inclusa una ridotta attività nelle regioni del cervello che influenzano il comportamento alimentare e un aumento della diversità microbica nell’intestino. A suggerirlo una recente ricerca pubblicata su Frontiers in Cellular and Infection Microbiology.
Le modifiche al Dna causate dalla violenza sulle donne potrebbero essere ancora più estese di quanto emerso finora dagli studi scientifici, e scoprire fino a che punto si estendono e per quanto tempo perdurano queste ‘cicatrici’ potrebbe essere la chiave per fare una prevenzione ‘di precisione’, che limiti al massimo l’insorgenza di patologie che potrebbero avere origine da un trauma o da una violenza subita. A questo scopo è iniziata la fase multicentrica del Progetto EpiWe.
Il clima sta cambiando su scala globale: aumentano le temperature medie e i fenomeni meteorologici estremi, come le ondate di calore, la siccità e l’aridità. A formulare un’ipotesi sulla possibile relazione tra clima arido e incidenza di asma è un team del Cnr, che riunisce ricercatori dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria, di farmacologia traslazionale e di fisiologia clinica, in collaborazione con università italiane.