Da quando è scoppiata la pandemia, turni massacranti e ferie negate sono diventate la nuova “normalità” per moltissimi operatori sanitari. È così che gli straordinari sono diventati ordinari. Lo denuncia il network legale Consulcesi che da ormai oltre un anno è stato sommerso da una valanga di richieste d'aiuto da parte di sanitari 'sfruttati': il 30% in più dall’inizio della pandemia.

I rapporti tra la Regione e i medici di famiglia non navigano in acque tranquille come testimonia la recente denuncia della Fimmg-Lazio sulla scarsità dei vaccini consegnati ai Mmg e sul ruolo marginale nella campagna vaccinale in cui sono stati confinati. Le affermazioni di Raffaele Donini, assessore alla Salute del Lazio sulla distribuzione dalla settimana del 23 maggio di 20.000 dosi/settimana di vaccino Pfizer e Moderna ai medici di medicina generale potrebbero appianare i conflitti.

"Quest’anno il Sindacato Medici Italiani dedica la festa del 1° maggio, a colleghi deceduti, alle loro famiglie perché il loro sacrificio non cada l’oblio - ha dichiarato Pina Onotri, Segretario  Generale dello Smi. Nonostante dieci anni di tagli alla spesa sanitaria, il personale medico ha retto alla forza d’urto di questa catastrofe annunciata, arginandone per quanto possibile, i danni".

"Va garantita sia la pensione sia la retribuzione ai medici pensionati vaccinatori". Con questa affermazione Smi critica la recente circolare dell'Inps con cui si reitera la decisione di voler sospendere il trattamento pensionistico ai medici vaccinatori  che usufruiscono  della pensione di vecchiaia. "Non si può puntare a raggiungere le 500mila vaccinazioni al giorno - dichiara Cosmo de Matteis, Presidente Nazionale Emerito dello Smi - costruendo le condizioni per una migliore organizzazione in tutto il Paese e allo stesso tempo penalizzare i medici in pensione che si sono resi disponibili".

A certificare questi stati d'animo è il segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti, in una recente dichiarazione: "Basta. Siamo stanchi e arrabbiati. Si parla tanto di coinvolgere i medici di famiglia nelle vaccinazioni, ma poi non ci distribuiscono le dosi. E questo quasi ovunque in Italia. Si parla di potenziare il territorio, ma poi ci considerano i burocrati che debbono certificare il lavoro degli altri, firmando Green Pass. Siamo stanchi di essere il capro espiatorio delle inefficienze degli altri e siamo pronti a dichiarare lo stato d'agitazione".

Queste le parole del presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli, espresse durante la recente celebrazione della festa del Lavoro. Un primo maggio amaro per i medici: "Da eroi della pandemia - ha detto Anelli - siamo diventati  vittime di gogne mediatiche, di aggressioni vere e proprie, del nostro stesso lavoro fatto di turni massacranti, di gap nella sicurezza, di diritti contrattuali negati o fatti apparire come concessioni o privilegi. Un medico sottoposto a pressioni di ogni tipo non riesce ad assicurare prestazioni al top. Per questa festa del Lavoro chiediamo una sola cosa: non chiamateci eroi; ridateci i nostri diritti”.

"Piazze stracolme, mascherine abbassate: abbiamo finito le parole". L'esternazione è del presidente dell'OMCeO di Firenze Pietro Dattolo che, in una lettera aperta a sua firma descrive tutto lo scoramento di chi continua a combattere quotidianamente per salvare le vite dei malati Covid in una situazione ancora emergenziale che il paese reale sembra voler esorcizzare. "La tutela della salute è uno dei pilastri della nostra Costituzione - scrive Dattolo - ma quel principio oggi sembra essere confinato solo nei reparti ospedalieri".