Sembra non bastare allo Smi l’emendamento presentato, nell’iter di Conversione in Legge del DL Sostegni, dalla Senatrice Maria Domenica Castellone, che impedisce di richiedere la restituzione delle indennità orarie corrisposte ai medici convenzionati del 118. Il sindacato è convinto della necessità di delineare le condizioni per una riforma strutturale del  sistema, motivo per cui propone di aprire nel Paese e nel Parlamento un confronto con le forze sindacali della categoria per avviare un percorso comune.

Sono oltre 3.000 i medici che nel 2019 si sono dimessi per cercare una realizzazione professionale e una migliore qualità di vita nel privato o sul territorio. Ma se analizziamo le dimissioni in relazione al numero totale di medici dipendenti, in Italia si è passati dal 1,6% di dimessi nel 2009 a 2,9% nel 2019. In 10 anni i medici che si licenziano sono aumentati del 81%. Uno studio dell’Anaao Assomed analizza il fenomeno e le ragioni della fuga.

"Non possiamo accettare che sulla Sanità si commettano gli errori del passato e di certo non saremo complici di una riorganizzazione burocratica del Ssn che alla fine dovrà essere pagata, ancora una volta, con la salute dei cittadini". È una voce quasi unanime quella che si leva dall’intersindacale che mette assieme le diverse anime della sanità italiana e chiede alla FNOMCeO di convocare prima possibile tutti i rappresentanti dei sindacati medici per affrontare insieme il modo in cui la professione medica possa essere rappresentata nel progetto di cambiamento della sanità previsto dal Pnrr.

L'appello è del presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli, che chiede di avviare un confronto tra i rappresentanti della Professione e il Ministero della Salute, sottolineando che oramai il disagio dei medici è trasversale, riguarda tutte le categorie professionali. "È il momento di una rivoluzione copernicana - evidenzia Anelli - che non consideri gli operatori sanitari come 'prestatori d’opera”. Motivo per cui, in una missiva inviata successivamente al ministro Speranza, chiede che i medici partecipino attivamente al processo di riforma del Ssn messo in atto con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

A rendere nota la decisione è stato il Sumai, Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana. In una nota stampa, gli specialisti ambulatoriali convenzionati interni dell'Asl Napoli 1, proclamano lo stato d'agitazione elencandone le motivazioni: utilizzo di auto proprie per le visite domiciliari ai pazienti non deambulabili; riconoscimenti di rimborsi mai percepiti. "L'Asl ha disatteso ogni accordo preso - dichiara Gabriele Peperoni, vice presidente nazionale del Sumai - e nostro malgrado siamo costretti a revocare la disponibilità all'uso dei nostri automezzi per le visite domiciliari".

La Fimmg Lazio ha sospeso momentaneamete lo stato di agitazione della categoria, proclamato la settimana scorsa, dopo il recente incontro con la Regione, in cui sono state discusse le nuove modalità di accesso per le vaccinazioni contro il Covid-19 presso gli studi dei Mmg del Lazio. La principale novità dell'incontro è stata la decisione di inserire i Mmg nel sistema di prenotazione del portale regionale dove i cittadini troveranno oltre che la prenotazione negli hub anche la prenotazione presso gli studi dei medici di famiglia o le farmacie. L'incontro è stato fruttuoso visto che succesivamente si è arrivati ad un accordo.

Si intensifica lo scontro in Veneto contro il vaccino in farmacia , dopo la Fimmg che era intervenuta sull’argomento con un deciso No, sono gli Ordini dei Medici che vanno contro il diktat nazionale imposto dal governo, la vaccinazione è un atto medico e serve una corretta anamnesi. Federfarma risponde: "L’anamnesi non è di nostra competenza, noi vacciniamo solo i sani".