A ribadirlo è la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale che definisce “impropria” la posizione espressa dalla Società tedesca di Pediatria e Medicina dell’Adolescenza. Posizione che supporta la raccomandazione del Robert Koch Institute di vaccinare solo i minori con particolari patologie preesistenti tra i 12 e i 17 anni o che vivono con persone adulte fragili, a rischio e che non possono essere vaccinate.
Tra la Sanità regionale e i medici di famiglia, di recente, è stato siglato un accordo integrativo per incentivare l’adesione della popolazione piemontese alla campagna di vaccinazione con un compenso aggiuntivo per gli assistiti over 60. L’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, ha sottolineato l'importanza di tale accordo con poiché il rapporto di fiducia rende il Mmg capace di favorire la più ampia partecipazione della popolazione al programma vaccinale.
La richiesta è del presidente della FNOMCeO Filippo Anelli che plaude al decreto che sancisce il finanziamento di 17.400 borse di specializzazione in Medicina, ma tiene a sottolineare la necessità di emettere anche il bando per il Corso di Formazione Specifica per la Medicina Generale, portando i posti nel post lauream a circa ventimila, perché c'è bisogno di formare gli specialisti, ma anche i Mmg "che leggono l’organismo nel suo insieme, e, con la loro prossimità e con il loro rapporto peculiare con il cittadino, costituiscono il front office del nostro Servizio Sanitario Nazionale”.
L'esortazione è di Pina Onotri, segretario nazionale Smi, che denuncia le particolari criticità emerse nel sistema ospedaliero durante la crisi pandemica che sono state acuite dalla fuga di oltre 3mila medici ospedalieri dal pubblico al privato o nel lavoro sul territorio. "I medici che lavorano nel pubblico - ha sottolineato Onotri - sono sempre di meno e sempre più stanchi". Se il sistema pubblico ospedaliero è in crisi, per Onotri, lo è anche il comparto della Medicina d’Accettazione e d’Urgenza e dell’Emergenza Sanitaria Territoriale di cui i bandi di concorso vanno deserti.
Con una missiva inviata alla nostra Redazione, Sergio Perini, medico di medicina generale della provincia di Brescia rende noto il disagio professionale della categoria e la grave situazione in cui versa la Medicina Generale italiana che si trova di fronte ad un bivio.
È questo il sentimento che pervade la categoria, almeno da quanto rivelano le dichiarazioni fatte recentemente agli organi di stampa da alcuni rappresentanti sindacali. La materia del contendere è la chiamata alle "armi" dei Mmg per il proseguimento della campagna vaccinale in questi mesi estivi, per reclutare e convincere i cittadini riottosi a vaccinarsi contro il Covid-19 e, dulcis in fundo, ad essere i protagonisti di una eventuale somministrazione di terze dosi di vaccino. "Non siamo dei tappabuchi" ha dichiarato il segretario generale della Fimmg Silvestro Scotti. Mentre Ludovico Abbaticchio presidente nazionale Smi fa sapere che "i medici di medicina generale non potranno garantire la somministrazione delle terze dosi".
Simg e Simit si impegnano nuovamente in un progetto già varato prima della pandemia nella lotta all’Epatite C e all’HIV. “Auspichiamo un ruolo nuovo, propositivo per i Mmg - sottolinea Ignazio Grattagliano, Coordinatore Simg Regione Puglia -. La direzione verso cui vogliamo revisionare i sistemi di cura è quella di interventi specifici in cui il Mmg possa prendere in carico i pazienti affetti da virus come HIV e HCV prima, durante e dopo il trattamento".