Il 2020 è stato un anno difficile per i medici italiani e non solo perchè sono stati sempre in prima linea nell’affrontare l’emergenza sanitaria. In un recente sondaggio, realizzato Univadis Medscape Italia, i medici, infatti, hanno segnalato una riduzione degli introiti dal 10 al 25% e un aumento delle spese per le assicurazioni professionali a proprio carico. La stragrande maggioranza dei medici che ha subito una contrazione del proprio reddito è costituita da professionisti operanti in strutture sanitarie pubbliche, ma non come dipendenti.

Alla luce delle varie iniziative parlamentari in discussione e dei progetti all’esame del Ministero della Salute, Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu e Cisl Medici chiedono la ‘messa in sicurezza’ dell’area delle cure primarie e della Medicina Generale con due passaggi: subito la firma dell'accordo del triennio precedente, quindi l’apertura immediata del tavolo per un nuovo Accordo Collettivo Nazionale che riorganizzi la rete dei servizi sanitari sul territorio.

A protestare è il segretario generale dello Smi, Pina Onotri, secondo cui le carenze strutturali dei Servizi di Igiene e Sanità Pubblica, frutto di mancati investimenti nella prevenzione, ricadono da due anni sui medici di famiglia e sui pediatri di libera scelta e le ultime decisioni governative hanno comportato, in tema di green card, altri aggravi burocratici inutili e inappropriati come la registrazione del certificato di guarigione sul sistema Tessera Sanitaria per ottenerla.

L'argomento è al centro del nuovo numero dell'Italian Health Policy Brief dedicato al 'Farmacista nel rinnovamento del Ssn: innovazione e ruolo per una figura cardine della sanità', che è stato presentato durante un evento online a cui hanno partecipato alcuni degli autori della pubblicazione tra cui l'onorevole Andrea Mandelli, presidente Fofi e vicepresidente della Camera, Marco Cossolo, presidente Federfarma, e Arturo Cavaliere, presidente della Sifo

È questo il messaggio del presidente dell'Ordine dei medici di Venezia (Omceo) Giovanni Leoni, che all'Agenzia Dire ha spiegato come la riapertura delle discoteche potrebbe servire da un lato per ridurre gli assembramenti incontrollati e dall'altro per incentivare i più giovani a vaccinarsi.

A ribadirlo è la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale che definisce “impropria” la posizione espressa dalla Società tedesca di Pediatria e Medicina dell’Adolescenza. Posizione che supporta la raccomandazione del Robert Koch Institute di vaccinare solo i minori con particolari patologie preesistenti tra i 12 e i 17 anni o che vivono con persone adulte fragili, a rischio e che non possono essere vaccinate.

Tra la Sanità regionale e i medici di famiglia, di recente, è stato siglato un accordo integrativo per incentivare l’adesione della popolazione piemontese alla campagna di vaccinazione con un compenso aggiuntivo per gli assistiti over 60. L’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, ha sottolineato l'importanza di tale accordo con poiché il rapporto di fiducia rende il Mmg capace di favorire la più ampia partecipazione della popolazione al programma vaccinale.