“Scioperare contro un contratto che tutti le sigle hanno firmato è già un nonsenso". I medici tutti e quelli dell'area convenzionata stanno "vivendo una realtà drammatica che ha bisogno di una battaglia politica unitaria e non di minoritarie, divisive, e demagogiche fughe in avanti". Questo è quanto sostiene Francesco Esposito, segretario nazionale Fismu sottolineando che sarebbe molto più opportuno se le organizzazioni sindacali si coordinassero per avere una piattaforma unitaria sulle tematiche poste dall'applicazione del Pnrr.

“Prossimità, azione e uguaglianza: ci piacciono le tre parole chiave scelte dal Ministro della Salute Roberto Speranza per sintetizzare gli obiettivi che ci si propone di raggiungere con il Pnrr. A queste aggiungerei la fiducia, quel rapporto unico che si instaura tra il paziente e il suo medico, il medico che liberamente si sceglie e che lo accompagna, in salute e in malattia, nelle diverse fasi della vita". A parlare così è il Presidente della FNOMCeO Filippo Anelli.

Questo l'allarme lanciato dal segretario regionale Fismu che è stato al centro di un incontro con la presidente della Commissione Salute, Servizi Sociali e Sanitari, Margherita La Rocca Ruvolo. Un incontro proficuo in cui ci si è soffermati su una questione concreta, quella delle future Case di Comunità, che dovrebbero essere, secondo le aspirazioni del Governo nazionale, la ‘chiave di volta’ del cambiamento. Ma al momento la distribuzione territoriale ipotizzata dalla Regione, secondo Fismu, porterebbe alla costruzione di vere e proprie "cattedrali nel deserto".

A chiederlo è Pina Onotri, segretario generale dello Smi che sottolinea l'esiguità del fondo destinato come risarcimento alle famiglie e lancia una proposta:"Le Asl non pagando i medici che scioperano il 1 e 2 marzo, usino le risorse risparmiate per implementare l’indennizzo".

Carichi burocratici insostenibili per i Mmg: "O si provvede subito a una riorganizzazione amministrativa, altrimenti siamo pronti ad attuare azioni eclatanti. Non escludiamo le dimissioni di massa. E se ci fermiamo noi, allora l’emergenza sarà totale". Queste le parole pronunciate da Giovanni Barroccu, segretario provinciale Fimmg-Olbia in una intervista rilasciata alla testata Nuova Sardegna.

“In Toscana nei prossimi anni andranno in pensione circa 4.000 medici. Bisogna essere chiari: così il sistema non regge”. A dirlo è il presidente dell'Ordine dei Medici di Firenze Pietro Dattolo, che nei giorni scorsi ha consegnato alla Regione una relazione sulla mancanza di medici in Toscana e la richiesta di assumere camici bianchi.

Il dibattito su quale sarà il futuro dei medici di famiglia è ancora aperto. Le Regioni incalzano con la proposta di modificare l'atto di indirizzo affinché venga declinata, in casi specifici, l'assunzione diretta dei Mmg. Ma c'è chi delinea una terza via: l'obbligo ad associarsi. Questa è la proposta avanzata attraverso lo studio Mercer in cui è stata elaborata una policy per la ridefinizione del ruolo dei Mmg nel contesto dei nuovi servizi sociosanitari territoriali. Secondo lo studio la trasformazione dei medici di famiglia in dipendenti dei servizi sanitari regionali avrebbe degli effetti dannosi in termini di diminuzione dell’assistenza al paziente, di flessibilità organizzativa e di maggiori costi.