Francia e Germania hanno già predisposto protocolli ospedalieri per l’accoglienza di militari feriti in caso di escalation bellica. In Italia manca una regia operativa, mentre gli esperti avvertono: “Serve un piano aggiornato. Siamo in una fase prebellica, ma non ce ne rendiamo conto”.
Durante l’incontro “Infezioni respiratorie: impatti sull’Healthy ageing e costi del Ssn”, promosso da The European House – Ambrosetti con il contributo non condizionante di Pfizer, è emerso un quadro epidemiologico e organizzativo che impone una riflessione urgente. Le patologie respiratorie acute continuano a crescere in incidenza e gravità, colpendo in modo particolare le fasce più vulnerabili della popolazione: anziani e pazienti fragili.
Approvato dal Consiglio dei Ministri il disegno di legge delega per il riordino della legislazione farmaceutica italiana. Il Testo Unico punta a semplificare le norme, rafforzare la rete territoriale e promuovere innovazione e sostenibilità. Reazioni positive da Farmindustria, Egualia, Fofi e dalla Fnomceo che sottolinea il ruolo centrale dei medici nell’accesso al farmaco e ribadisce inoltre la necessità di semplificare la prescrizione dei farmaci soggetti a piani terapeutici.
Il 21 settembre si è celebrata la Giornata mondiale dell’Alzheimer, per aumentare la consapevolezza e combattere lo stigma intorno a questa e ad altre forme di demenza. Ma in Italia — denuncia Uneba — c’è poco da festeggiare. Senza una legge che chiarisca chi deve sostenere i costi dell’assistenza residenziale, le strutture rischiano di chiudere. E con loro, l’intero sistema di cura per le demenze. Ad oggi, il costo complessivo della demenza è stato stimato in 23 miliardi di euro l’anno di cui il 63% a carico delle famiglie.
L’Annuario Statistico 2025 della Ragioneria Generale dello Stato conferma una crescita moderata della spesa sanitaria pubblica, ma evidenzia forti squilibri territoriali e una persistente marginalità della medicina del territorio. Ospedali e personale assorbono la maggior parte delle risorse, mentre prevenzione e assistenza primaria restano ai margini. I fondi del Pnrr spingono l’innovazione, ma la burocrazia e la carenza di personale frenano il cambiamento.Si palesa così il rischio di continuare a rincorrere l’emergenza, anziché costruire una medicina del futuro.