Lo ribadisce il presidente dello Snami Angelo Testa che propone un vecchio cavallo di battaglia del sindacato: introdurre un ticket di accesso ai Pronto soccorso (Ps) congruo, indipendentemente dal reddito, per “disciplinare meglio il prezioso utilizzo di un servizio essenziale”. Un plauso per Snami va al Ministro della Salute per aver ribadito la necessità "di incentivare i cittadini a contattare il medico di famiglia prima di recarsi al Pronto soccorso".

Difformità regionali e disuguaglianze sociali rendono difficile, per i pazienti affetti da patologie croniche e malattie rare, l'accesso alle diagnosi e alle terapie. A scattare una fotografia di questo universo di persone è il XXI Rapporto di Cittadinanzattiva sulle politiche della cronicità, dal titolo “Nel labirinto della cura”, presentato di recente a Roma presso il Ministero della Salute.

EvdPer molti lo è, infatti l'accelerazione dell'approvazione del Ddl Calderoli, come ha dichiarato il presidente della FNOMCeO, preoccupa il mondo medico e sanitario. A rischio sarebbe l'universalità nella tutela del diritto alla salute. Per Smi non sarà più garantita l'esigibilità dei diritti e l'accesso alle prestazioni sociali e sanitarie  in modo uniforme in tutto il Paese. Per la Fondazione Gimbe l'approvazione del Ddl legittimerà la frattura ormai strutturale tra i sistemi sanitari tra Nord e Sud, motivo per cui chiede che la tutela della salute debba essere espunta dalle materie su cui le Regioni possono richiedere maggiori autonomie.

EvdSecondo il Report della Fondazione Gimbe sulla mobilità sanitaria interregionale, un fiume di miliardi scorre verso le regioni del Nord: Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto sono le Regioni più attrattive. Nel 2021 il 76,9% del saldo passivo grava infatti sul Centro-Sud. Delle prestazioni ospedaliere e ambulatoriali erogate in mobilità oltre 1 euro su 2 va nelle casse del privato. In tale contesto: “L’autonomia differenziata  - sottolinea Gimbe - rappresenta uno schiaffo al meridione: il Sud sarà sempre più dipendente dalla sanità del Nord".

A pensarla così è un italiano su due. È quanto si evince dai dati dell'indagine demoscopica commissionata alla Swg da Nursind, il sindacato degli infermieri. Tra i cittadini inoltre cresce l’apprensione per le sorti del Servizio Sanitario Nazionale. Il 62% ha infatti appoggiato i recenti scioperi nazionali indetti dal personale sanitario.