EvdAumentano i pazienti in assistenza domiciliare e gli assistiti in telemedicina. Espunte 312 CdC e 74 Ospedali di Comunità. Svaniscono 1.803 posti letto. Questo, in sintesi, quanto rilevato dall’Osservatorio Nazionale sul Ssn della Fondazione Gimbe in merito alla revisione del Pnrr del governo, approvata dalla Commisione Europea. "Sull’incomprensibile taglio ai posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva - ha sottolineato il presidente della Fondazione Nino Cartabellotta - sarebbe opportuno che le Istituzioni fornissero chiarimenti”.

Tra 5 anni la salute degli italiani sarà peggiore: ne sono convinti circa 4 cittadini su 10 e addirittura 1 medico su 2. A rivelare ciò sono i dati dell'Indagine demoscopica condotta da AstraRicerche per Novartis Italia per indagare il percepito e le aspettative di cittadini e medici italiani. Le leve su cui puntare per contrastare questa previsione negativa sono, secondo la popolazione, l’innovazione, la ricerca scientifica, ma anche la diffusione dell’assistenza domiciliare e lo sviluppo di partnership pubblico-privato.

“Il problema dell’accesso alle terapie innovative è comune a molti Paesi e la sua complessità nasce dall’esigenza di avere evidenze sufficienti per commercializzare un farmaco e dalle regole di 'sistema' per come poi viene rimborsato a livello delle singole Nazioni. A sottolineare ciò Filippo De Braud, Direttore del Dipartimento e Divisione di Oncologia Medica dell'Istituto Nazionale dei Tumori IRCSS Milano nel corso dell’evento "Modalità di accesso alle terapie innovative", organizzato a Milano da Motore Sanità.

Nel DM77/22 per lo sviluppo della medicina di prossimità viene stabilito, per la realizzazione delle Case di Comunità, un ruolo specifico delle Associazioni dei Pazienti. Ed è proprio per favorire una sanità partecipata che di recente a Milano si è svolta l’ottava edizione del ‘Patient Advocacy Network’, un’iniziativa formativa rivolta alle Associazioni di pazienti e organizzata dall’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems) dell’Università Cattolica.

Il diniego è stato espresso dal Michele Uda, Direttore Generale di Egualia, nel corso della recente audizione tenuta presso la X Commissione del Senato sulla proposta di revisione della legislazione farmaceutica europea. Egualia chiede norme omogenee sui farmaci innovativi e più incentivi agli investimenti nel nostro Paese.