Per il segretario della Fimmg dell'Emilia-Romagna, Daniele Morini sui Centri di assistenza e urgenza (Cau), messi appunto dalla Regione, stanno passando troppi messaggi fuorvianti alla popolazione. Motivo per cui ha tenuto a precisare che: "Sono stati messi in campo dalla Regione per rispondere alla gran parte dei bisogni e delle urgenze a bassa complessità clinica e assistenziale. I Cau non sono Pronto soccorsi bonsai, ma servizi territoriali, ambulatori della Guardia Medica alternativi al Mmg.

Carenza di personale medico ed infermieristico, esternalizzazione con gravi ripercussioni sull’assistenza e sul clima lavorativo: sono queste le principali criticità dei Pronto ssoccorso su cui intervenire secondo quanto evidenziato nel documento di proposte presentate dalla Conferenza delle Regioni nell'audizione presso la XII  Commissione Affari sociali della Camera dei deputati.

EvdA sottolineare ciò è il presidente della Fondazione Gimbe che tiene a precisare: "Dalla nostra analisi del testo della Manovra in merito ai finanziamenti previsti per la sanità, non emerge alcun potenziamento strutturale del Ssn, ma solo il tentativo di risolvere, peraltro in maniera insufficiente e inadeguata, le criticità contingenti". Dei 3 miliardi in più previsti per il 2024, 2,4 miliardi serviranno per il rinnovo dei contratti del personale sanitario e i restanti 600 milioni sono insufficienti a finanziare tutte le altre misure.

EvdDalla Corte dei Conti, all’Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb) fino all’Istat, i vulnus della legge di Bilancio, inerenti soprattutto al comparto sanitario, sono stati messi nero su bianco nelle relative audizioni presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Per Upb le risorse sono insufficienti e mettono a rischio la copertura delle spese tra farmaci e nuovi Lea. La Corte dei Conti infatti chiede una revisione dei conti e l’Istat punta il dito sulla carenze di personale, soprattutto relativa alle risorse stanziate per il territorio e in particolare per i Mmg e gli infermieri.

"Con l'entrata in vigore da gennaio del nuovo nomenclatore tariffario della specialistica ambulatoriale - precisa la Società Italiana di Genetica Umana - si rischia di aumentare le disparità tra regioni, alcune delle quali porranno diverse indagini genetiche a carico dei pazienti e delle famiglie. Nel nuovo tariffario nazionale non sono state inserite molte prestazioni relative alla genetica, oggi essenziali per fornire una risposta diagnostica tempestiva e certa ai pazienti con patologie rare senza diagnosi".