A evidenziare ciò è la Fondazione Gimbe che ha valutato l’avanzamento delle coperture vaccinali relative a quarta e quinta dose per i pazienti anziani e fragili. A tale riguardo Nino Cartabellotta, presidente Gimbe, ricorda che sebbene l’Oms abbia dichiarato la fine dello stato di emergenza pandemica ha altresì sottolineato di non abbassare la guardia perché resta “il rischio di nuove varianti emergenti che possono causare nuove ondate di casi e morti”.
Nel 2025 mancheranno 3.600 medici di medicina generale e oltre 4 milioni di italiani non potranno contare su un medico di famiglia. Tra le regioni più penalizzate ci sono Lazio, Sicilia Campania e Puglia. A rilevare questi dati è il Rapporto Agenas sui Mmg, presentato di recente, che conferma l’allarme lanciato da più parte sulla carenza dei medici di famiglia e delinea un quadro per il futuro ricco di incognite se non ci saranno interventi significativi per lo sviluppo della medicina territoriale.
La FNOMCeO e le Società medico-scientifiche che hanno partecipato alle GIMA 2023, su proposta e unitamente ad ISDE Italia e AIE, chiedono alle autorità politiche di ascoltare la voce del mondo scientifico e adottare senza ritardi le azioni utili sia a ridurre l’inquinamento atmosferico sia a mitigare il cambiamento climatico. I due fenomeni agiscono sinergicamente sulla salute umana, contrastando o riducendo l’efficacia delle terapie.
Il Rapporto civico sulla salute 2023, presentato a Roma presso il Ministero della Salute da Cittadinanzattiva, mostra un quadro impietoso sulle défaillance del nostro Ssn attraverso dati e testimonianze rilasciate dai cittadini. La situazione è tale che, non a caso, il Rapporto è stato diffuso all’interno di una giornata più generale dal titolo: “Urgenza sanità” in cui Cittadinanzattiva ha annunciato una serie di iniziative tra cui una mobilitazione permanente a difesa del Ssn e del diritto alla salute.
Le CdS, avviate in Lombardia, presentano un panorama piuttosto eterogeneo per tipologie organizzative, cioè quantità e qualità dei servizi offerti e presenza di personale. Poche rispondono completamente agli standard nazionali e regionali, anche se la situazione va considerata in continua e progressiva evoluzione. Questo, in sintesi, è quanto emerge dai primi risultati dello studio, ancora in corso, su “Case della Comunità e riforma dell’assistenza territoriale” realizzato dal Centro Studi di Politica e Programmazione Socio-Sanitaria dell'Istituto Mario Negri.