A Torino è stata inaugurata la prima sede Healthcare in Italia dell’agenzia per il lavoro ADHR Group, dedicata completamente alla ricerca e selezione di figure professionali per il comparto socio-sanitario, con l’obiettivo di creare, organizzare e sviluppare un canale di comunicazione tra domanda e offerta. “I nostri clienti vanno da ospedali pubblici e privati, a cliniche, RSA, comunità, centri diagnostici e laboratori di analisi”, ha spiegato Simone Trombino, Healthcare Business Line Manager di ADHR.
Raggiunta Intesa Stato-Regioni sul Decreto Tariffe che dà attuazione all’aggiornamento dei Lea del 2017. Un argomento che è stato al centro dell'attualità sanitaria dopo la diffida a Stato e Regioni di Cittadinanzattiva e l'intervento su tale problematica del presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra durante la relazione sull'attività della Consulta del 2022. "Ma la battaglia - avverte Cittadinanzattiva - per assicurare l’effettiva erogazione dei Lea a tutti i cittadini e per dare nuovo slancio alla sanità pubblica non è finita”.
Una delibera, approvata dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore al welfare, stanzia 8 milioni di euro, che si aggiungono ai 12 già stanziati lo scorso anno, per consentire ai Mmg di avere a disposizione personale di studio e dare piena operatività alle AFT affinché si integrino nel modello di riorganizzazione della rete delle cure primarie all’interno del polo territoriale delle Asst, vale a dire Distretti, Case e Ospedali di Comunità, Centrali operative territoriali.
"È utile nel momento in cui integra il Ssn, ma diventa una cosa negativa se finisce per sostituirsi al servizio sanitario pubblico, come di fatto purtroppo sta già accadendo”. È questo, in estrema sintesi, quanto affermato dalla FNOMCeO, per voce del Segretario Roberto Monaco, in audizione al Senato, di fronte alla 10ª Commissione Affari sociali, per l’indagine conoscitiva sulle forme integrative di previdenza e assistenza sanitaria.
Secondo un documento redatto da un gruppo di associazioni che si occupano di salute, l'autonomia differenziata avrebbe come conseguenza un'eterogeneità di interventi sui determinanti ambientali di salute su tutto il territorio nazionale, dilatando il divario economico tra le Regioni, compromettendo, in quelle a minor reddito, la prevenzione primaria nello sviluppo di patologie ambiente correlate, con l’inevitabile ripercussione di una maggiore incidenza di tali malattie.