Dieci punti chiave e quarantasette azioni concrete per migliorare la qualità e la sicurezza delle cure in ospedale, attraverso impegni che coinvolgono reciprocamente le aziende socio-sanitarie, i cittadini e le istituzioni. È questo l’obiettivo della Carta della qualità e della sicurezza delle cure, promossa da Cittadinanzattiva e Fiaso. Il grande tema che ha ispirato il lavoro della Carta è relativo al rischio infettivo correlato all’assistenza sanitaria e alla diffusione dell’antimicrobico resistenza.

EvdA darne notizia Simona Loizzo, presidente del neonato Intergruppo Parlamentare Sanità Digitale e Terapie Digitali. "Ci poniamo come obiettivo  - ha annunciato - di legiferare in 18 mesi e dar vita a un decreto legge per inserire le terapie digitali in un campione omogeneo di terapie che vanno codificate all'interno di linee guida e che devono essere fruibili e non a pagamento".

L'allarme è stato lanciato da Giuseppe Milanese, presidente di Confcooperative Sanità, durante il webinar: "Le nuove competenze per lavorare nel Terzo Settore e delle Imprese Sociali", organizzato dal Consorzio Universitario Humanitas. Milanese ha poi sottolineato: "Il Terzo Settore deve lasciarsi alle spalle il ruolo di 'manovalanza' del sistema pubblico, assumendosi la responsabilità di proporre soluzioni".

Evd"Morire per il lavoro e sul lavoro è inaccettabile" precisa  in una nota l'intersindacale della Dirigenza medica e sanitaria che chiede norme efficaci sulla sicurezza all’interno di strutture sanitarie e un rilancio del Ssn. "Noi continueremo a difendere un servizio sanitario pubblico, nazionale e universalistico - precisa - promuovendo con i cittadini, le associazioni di pazienti, le rappresentanze professionali una mobilitazione generale, sottolineando con forza che siamo dalla parte della sanità pubblica".

Il TAR ha ritenuto fondati i motivi di ricorso di Medicina Democratica e ha confermato il diritto al pieno accesso agli atti nei confronti di un soggetto accreditato che svolge un pubblico servizio. Motivo per cui Multimedica dovrà consentire l’accesso pubblico al Modello organizzativo previsto dal Dlgs 231/2001 aggiornato, che aveva negato, per poter fare chiarezza sul meccanismo, denunciato da una dipendente, secondo cui gli operatori del call center venivano premiati se gli utenti accettavano di effettuare esami e visite in regime privatistico, anziché nel servizio sanitario pubblico.