Alla luce del quadro che viene fuori dalla cosiddetta Griglia Lea prodotta dal Ministero della Salute: "La riforma dell’autonomia differenziata si palesa come un provvedimento nato vecchio - ha dichiarato Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva - che non fotografa la complessità della situazione in cui versano i servizi sanitari pubblici sul territorio e che sicuramente sarebbe il colpo di grazia per la tenuta del Servizio Sanitario Nazionale”.
Con la pandemia l'applicazione dei Lea è peggiorata in tutte le Regioni e il divario tra Nord e Sud è aumentato. A sottolinearlo è la Fondazione Gimbe che, partendo dal "Monitoraggio dei Lea con il Nuovo Sistema di Garanzia”, pubblicato dal Ministero della Salute, ha effettuato alcune analisi per confrontare la resilienza dei servizi sanitari regionali e valutare le differenze tra le Regioni del Nord, colpite con violenza dalla prima ondata e quelle del Sud, di fatto risparmiate da tale impatto, grazie al prolungato lockdown della primavera 2020.
Il nostro Paese, dopo lunghi ritardi, si è finalmente adeguato alla normativa comunitaria, grazie ai quattro decreti firmati dal Ministro della Salute a fine gennaio. La comunità scientifica plaude alla piena implementazione nel nostro ordinamento del Regolamento Europeo, che consentirà alla ricerca italiana di restare ai vertici nel mondo. Al cambiamento epocale negli studi clinici è stato dedicato un evento ad hoc, organizzato da FOCE (Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi).
Come è orientata la scelta dei futuri medici specialisti italiani? Dalla rilevazione di Anaao Assomed e Settore Anaao Giovani risulta una cospicua e pressoché completa adesione a quelle scuole di specialità in cui l’attività privata e ambulatoriale rientra tra gli sbocchi lavorativi, mentre sono abbandonate o neppure prese in considerazione quelle prettamente “ospedaliere e pubbliche” protagoniste nella lotta pandemica, prima tra tutte la medicina d’emergenza urgenza (61% dei contratti statali non assegnati e abbandonati).
A lanciare l'allarme è il presidente Fiaso, Giovanni Migliore. Malgrado la flessione dei ricoveri riscontranta nell'ultima settima: “Ci preoccupa - sottolinea - che l’85% dei soggetti ricoverati siano vaccinati ormai da oltre sei mesi". Da qui l'invito rivolto ai medici di medicina generale a promuovere "la chiamata attiva al richiamo della vaccinazione anti Covid per anziani e soggetti fragili”.