"L'autonomia regionale differenziata - ha dichiarato Pietro Dattolo, presidente OMCeO-Fi - mette in pericolo il servizio sanitario pubblico. Il decentramento delle funzioni appare oggi come la soluzione per velocizzare le procedure, ma il rischio reale è quello di andare incontro a una totale disomogeneità, a una carenza nelle comunicazioni e nei rapporti sociali, senza cooperazione e interconnessione dei servizi sanitari. Il rischio è scivolare verso una privatizzazione di fatto", mentre il tema cogente "è tagliare la burocrazia e rinnovare l’assistenza territoriale”.
Per programmare adeguatamente il fabbisogno degli operatori sanitari nel Sistema Salute in Italia e rendere attrattive le corsie, soprattutto nelle prime linee, oggi disertate e progressivamente spopolate, non basta attribuire incentivi a medici e infermieri, ma occorre puntare sulla riforma delle reti di cura e intervenire con specifici adeguamenti contrattuali e lavorativi puntando anche sul benessere organizzativo e sul welfare aziendale. È quanto emerge dalla sessione di studio e di confronto tra esperti, politici e addetti ai lavori, promossa dall'Osservatorio Innovazione di Motore Sanità in una tavola rotonda che si è svolta di recente a Roma.
Dalla Sicilia alla Campania fino alla Puglia, gli episodi di violenza contro i medici del 118 non si placano. “Non si può lavorare così - dichiara Francesco Marino segretario nazionale Fimmg ES - andare al lavoro è come andare in guerra. Si esce di casa ad inizio turno e si spera di rientrare alla fine incolumi. Non so fino a quando riusciremo a resistere in un servizio che ormai umilia continuamente la dignità professionale dei Medici Convenzionati”.
Sono queste alcune delle azioni necessarie e prioritarie per efficientare il nostro Ssn, secondo quanto affermato dal Ministro della Salute Orazio Schillaci. Per Schillaci la carenza di medici è una criticità che deriva da "una programmazione miope del numero di accesso alla facoltà di Medicina che non risponde alle reali esigenze del Paese. In merito ai DRG ha precisato: “sono stati ideati molti anni fa e vanno rivisti”. E sul fenomeno dei medici a gettone ha assicurato che ci saranno a breve provvedimenti legislativi.
L'uso della ricetta elettronica viene prorogato fino al 31 dicembre 2024. Il decreto Milleproroghe, approvato dal Consiglio dei Ministri ne aveva già consentito l'utilizzo per tutto il 2023. Ora questa possibilità viene ulteriormente estesa dalle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio del Senato. C'è anche l'eventualità che tale misura diventi strutturale.