Gli italiani promuovono la sanità pubblica con un voto medio pari a 6,3 su 10 e quella privata con un voto di 7,1 su 10. Tra chi ha fruito di una prestazione sanitaria, infatti, la percentuale di chi dichiara di averlo fatto rivolgendosi ad una struttura pubblica si è ridotta significativamente. Inoltre, un italiano su 3 non sa nulla sul possibile impatto del Pnrr sulla Sanità. Questi sono alcuni dei punti significativi emersi dalla terza edizione del report di Deloitte “Outlook Salute Italia – Prospettive e sostenibilità del Sistema Sanitario.
"La sanità pubblica universalistica deve essere al centro dell’agenda nazionale per l’apertura di una nuova stagione sul terreno dei diritti e della tutela della salute". Questo l'appello del Segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra che così ha esordito a Roma presentando il Documento programmatico Cisl in cui si evidenziano sedici punti dirimenti per il rilancio del Ssn, dei servizi socio-assistenziali, del sostegno alla non autosufficienza.
"L’industria farmaceutica è strategica perché risponde a esigenze di salute, crescita, sicurezza nazionale ed efficienza della spesa pubblica, ma è il momento di sviluppare una nuova visione che permetta all’Italia di crescere e recuperare velocemente il gap competitivo con altri Paesi". Così Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, all’Assemblea annuale dell’Associazione, tenutasi nei giorni a scorsi a Roma.
Al 30 giugno 2023 l’attuazione della Missione Salute fa registrare una sola scadenza europea non rispettata, ovvero l’assegnazione di 1.800 borse di studio per la formazione specifica in Medicina generale. Un ritardo che potrebbe essere anche conseguente a co-responsabilità delle Regioni per mancata pubblicazione dei bandi. Questa, però, è solo una delle criticità rilevate dall’Osservatorio sul Servizio Sanitario Nazionale della Fondazione Gimbe. Dall’analisi emerge che sono numerosi gli obiettivi non raggiunti. Inoltre dei fondi già assegnati è stato speso solo lo 0,5%.
Nella missiva si chiede che il Tavolo convocato dal Ministero della Salute sul DM70 e DM77 sia inclusivo di tutti i sindacati medici rappresentativi, motivo per cui si dichiara incomprensibile l'attuale esclusione di alcune sigle sindacali, certificate da Aran e Sisac, rappresentative della dirigenza medica, sanitaria, veterinaria, della medicina generale e del territorio.