L'uso di agonisti del recettore Glp-1 per trattare il diabete di tipo 2 non è associato ad un aumento del rischio di suicidio rispetto ad altri due gruppi di farmaci per il diabete (inibitori Dpp-4 e inibitori Sglt-2), secondo quanto emerge da un ampio studio sui dati sanitari del Regno Unito pubblicato dal British Medical Journal. Nonostante le preoccupazioni precedenti, questi risultati dovrebbero fornire qualche rassicurazione sulla sicurezza psichiatrica di questi farmaci, affermano i ricercatori.
Aifa ha esteso le indicazioni di risdiplam approvando in Italia il trattamento di bambini con atrofia muscolare spinale (Sma) fin dalla nascita. Risdiplam è l’unica terapia orale per l’atrofia muscolare spinale ed è approvata in più di 100 Paesi, con oltre 16.000 persone trattate in tutto il mondo e 700 in Italia.
Uno studio Ieo, sostenuto da Fondazione Airc, dimostra che l’associazione fra radiochirurgia e terapia ormonale raddoppia la sopravvivenza libera da progressione nei pazienti con tumore della prostata oligometastatico. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista “Lancet Oncology”.
Cicli antibiotici più lunghi (8-14 giorni) non sono stati associati a un aumento degli effetti avversi o benefici associati agli antibatterici rispetto a cicli più brevi (3-7 giorni) negli anziani residenti in comunità. Allo stesso modo, l'analisi di sensibilità che ha esaminato la resistenza antimicrobica in pazienti con colture indice e di follow-up non ha mostrato differenze significative tra quelli a cui sono stati prescritti cicli antibiotici più lunghi e più brevi.
Gli antibiotici di prima linea per l'infezione non complicata del tratto urinario (UTI) rimangono più efficaci dei fluorochinoloni e dei beta-lattamici, con un rischio inferiore dell'1.78% per le nuove visite a 30 giorni rispetto ai fluorochinoloni e un rischio inferiore del 6.40% rispetto ai beta-lattamici. Lo rivela un'analisi di coorte retrospettiva che ha incluso 57.585 episodi di infezione delle vie urinarie tra 49.037 pazienti di sesso femminile (età media, 51.7 ± 20.1 anni) tra il 2012 e il 2021.
Approvato di recente, seladelpar rappresenta il primo e unico trattamento che – rispetto al placebo – ha ottenuto miglioramenti statisticamente significativi in termini di risposta biochimica, normalizzazione della fosfatasi alcalina e prurito nei pazienti che soffrono di questa rara malattia epatica.
I dati dello studio Astro di fase 3 hanno mostrato il raggiungimento dell’endpoint primario e di tutti gli endpoint secondari alla settimana 12 in pazienti con la colite ulcerosa. Questi primi risultati supportano l’ipotesi che guselkumab potrebbe essere il primo inibitore dell'IL-23 a poter essere somministrato in modalità completamente sottocutanea, sia in fase di induzione sia in fase di mantenimento, dopo approvazione regolatoria europea.