Un’ampia revisione sistematica ha valutato l'efficacia di varie strategie, tra cui interventi farmacologici, terapia comportamentale e regimi di esercizio fisico, nella gestione dei pazienti con Covid lungo. I programmi di riabilitazione della salute fisica e mentale, compresa la terapia cognitivo comportamentale supervisionata, sono stati i più efficaci nel migliorare sia la salute mentale che i sintomi fisici tra i pazienti con Covid lungo.
I pazienti con Bpco subiscono più cadute e lesioni correlate che richiedono cure mediche quando assumono comuni farmaci utilizzati per la gestione delle numerose comorbilità di questi soggetti. La ricerca è stata pubblicata su Chronic Obstructive Pulmonary Diseases: Journal of the COPD.
L'uso inappropriato di farmaci per l'insonnia risulta molto elevato tra gli adulti, in particolare quelli di età superiore ai 65 anni, con una durata prolungata dell'uso come motivo più comune e le benzodiazepine come farmaco più comune. "Nonostante l'esistenza di linee guida per il trattamento, c'è un significativo uso inappropriato di farmaci per il trattamento dell'insonnia", hanno scritto sul Journal of Clinical Psychiatry Laveena Kamboj, direttore senior presso Eisai Canada, un'azienda farmaceutica, e colleghi. "Si osservano inoltre assunzione di dosi superiori a quelle raccomandate di sedativi-ipnotici, l’uso a lungo termine di sedativi-ipnotici, l’uso concomitante con oppioidi e l’uso combinato di farmaci attivi sul sistema nervoso centrale".
Lo studio Surmount-5 ha confrontato tirzepatide, un doppio agonista del recettore Gip e Glp-1, con semaglutide, un mono agonista del recettore Glp-1 in adulti che vivono con obesità senza diabete. I partecipanti che hanno usato tirzepatide hanno perso 22.8 kg contro i 15 kg dei partecipanti che hanno usato semaglutide.
La politerapia nel diabete di tipo 2 sta emergendo come una realtà sempre più diffusa e scientificamente supportata, ribaltando il preconcetto che "meno farmaci è sempre meglio". È un termine apparso nella letteratura medica più di 150 anni fa ma sempre in voga, se non addirittura in crescita, a causa dell'invecchiamento della popolazione e dell'aumento dell'incidenza di patologie croniche che si presentano contemporaneamente come complicanze di una condizione primaria.
Si tratta del primo studio condotto in Italia con odevixibat. Il coordinatore dello studio Angelo Di Giorgio: “Straordinario risultato, non replicato al momento in nessun altro paese europeo, ottenuto grazie alla collaborazione tra i vari centri specialistici italiani”. Confermato l’impegno dell’Area Fegato della società scientifica Sigenp (Società Italiana di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica) presieduta dal prof. Claudio Romano.
Al convegno dell’American Society of Hematology (Ash) i dati relativi al follow-up a lungo termine dei pazienti affetti da anemia falciforme negli studi clinici continuano a dimostrare la durata dei benefici trasformativi di exa-cel. Il profilo di sicurezza è coerente con il condizionamento con busulfano e il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche.