Per risollevare il Ssn sarebbero necessari almeno 40 miliardi di euro (che non ci sono). A fronte della evidente impossibilità di un rifinanziamento così cospicuo, il 20° Rapporto Crea Sanità, oltre a fornire lo spaccato della situazione attuale, fa il punto esatto sui problemi economici della sostenibilità del sistema e lancia un monito: "Se si vogliono mantenere le promesse fatte con le riforme che si sono succedute negli anni e con le leggi che hanno modificato l’organizzazione dell’assistenza, sono necessarie scelte precise, anche politicamente scomode".
Costruire un sistema fondato su professionalità solide e competenze chiaramente definite, attraverso una riforma struttuale del Ssn, per poter garantire ai cittadini la qualità dei servizi. Questo è quanto chiede Anaoo Assomed attraverso le parole del segretario Pierino Di Silverio pronunciate durante l'audizione in Commissione Affari Costituzionali del Senato sul Decreto Milleproroghe di cui il sindacato accoglie con favore alcuni dei temi trattati.
A sostenere ciò è la Fnomceo. Il segretario Roberto Monaco, nell'audizione presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato sulla conversione in legge del Dl Milleproroghe, pur ritenendo condivisibili i provvedimenti riguardanti la sanità contenuti nella normativa, soprattutto quelle volte ad attenuare la carenza di personale, ritiene tuttavia necessaria una riforma, adeguatamente finanziata del Ssn, per poter assicurare i bisogni di salute della popolazione, garantendo omogeneità ed equità sul territorio nazionale.
"La salute è prima di tutto un diritto, un bene comune che deve essere garantito e non può essere considerato primariamente per i guadagni che può generare". A evidenziare ciò, in una lettera inviata e pubblicata dal Cor Sera, Franco Marchetti, Mmg a Milano e vicepresidente Unamsi che, inoltre, punta il dito sulla regionalizzazione del servizio sanitario che ha avuto un ruolo significativo nel progressivo indebolimento del Ssn ed evidenzia la necessità di "armonizzare i 'troppi' servizi sanitari attualmente presenti in Italia".
Il segretario Regionale di Fmt Lombardia, Francesco Falsetti, rigetta l'ipotesi della dipendenza dei medici di famiglia nelle Case di Comunità (CdC) e tiene a precisare che il compito prioritario dei medici nelle CdC "non è quello di supplire alle carenze dei medici di medicina generale e tanto meno quello di svolgere i compiti del Mmg".