Secondo i dati dell’indagine civica di Cittadinanzattiva, presentata nel corso dell’evento “Salute oncologica maschile: indagine civica sul tumore alla prostata”, l’84,5% dei pazienti riferisce di non essere stato preso in gestione da un team multidisciplinare, nonostante l’82,5% delle strutture affermi di avere al proprio interno una Prostate Cancer Unit o un Gruppo Multidisciplinare dedicato.
L’appello dei segretari regionali del sindacato medico riuniti a Bologna: “Il Decreto sulle liste d’attesa sposta l’attenzione su tematiche poco inerenti per la riduzione dei tempi e premia il settore privato senza chiarire né il controllo sull’appropriatezza delle prestazioni erogate, né l’impegno datoriale sui rinnovi dei contratti dei medici. Mentre il Ddl Calderoli mina la Costituzione italiana e l'unità del Paese”.
Per facilitare l’accesso alle cure, contribuire alla riduzione delle liste d’attesa, valorizzare la professionalità di tutti i medici è necessario agevolare le procedure prescrittive per i farmaci sottoposti a piano terapeutico. È questa la richiesta che la Fnomceo avanza da tempo e che ha rimarcato nella recente audizione alla Camera, innanzi alle Commissioni riunite I, Affari Costituzionali, e XII, Affari sociali, sul Ddl Semplificazioni.
Rendere 'umana' la digitalizzazione del nostro Ssn, "promuovendone il rilancio in quanto bene comune, rimettendo al centro la dignità della persona, tanto del paziente quanto dei professionisti sanitari". Questo è quanto ha sottolineato Dario Sacchini, professore di Bioetica all’Università Cattolica e Presidente di Altems Advisory durante la giornata di studio "Digitalizzazione Umana: Dati, economia ed etica per una visione futura del Ssn", svoltasi di recente a Roma, che ha rappresentato un primo momento di confronto a livello nazionale su tale tematica.
È un quadro eterogeneo quello descritto dalla seconda fase dell’indagine conoscitiva sulle CdC in Regione, realizzata dal Dipartimento di Politiche per la Salute dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Irccs di Milano. Ad oggi, nessuna delle CdC lombarde risponde completamente agli standard nazionali e regionali, anche se la situazione è migliorata rispetto alla prima rilevazione dello scorso settembre. Risulta ancora molto sporadica e frammentata la presenza dei medici di medicina generale.