Nel gennaio 2025, la Lancet Commission ha ridefinito l'obesità classificandola come "obesità clinica", una malattia, o "preclinica", un fattore di rischio per la salute. L'Easo ha affermato che il rapporto "introduce concetti problematici che potrebbero potenzialmente danneggiare la cura del paziente". La categoria "obesità preclinica", hanno detto, "suggerisce che l'attesa vigile potrebbe ritardare interventi precoci.

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Le comunità esposte all'acqua potabile contaminata da sostanze chimiche note come sostanze per- e polifluoroalchiliche (Pfas) sperimentano un'incidenza fino al 33% superiore di alcuni tumori. Lo studio, pubblicato sul Journal of Exposure Science & Environmental Epidemiology, è il primo a esaminare il legame tra cancro e contaminazione da Pfas nell'acqua potabile.

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Secondo una ricerca pubblicata sull'European Heart Journal, il rischio di essere ricoverate in ospedale con malattie cardiache è due volte più alto l'anno successivo al parto per le madri di gemelli rispetto a quelle di nati singoli. Il rischio è ancora più elevato nelle madri di gemelli che hanno avuto un problema di pressione alta durante la gravidanza.

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Dopo aver considerato i fattori demografici e socioeconomici un gruppo di ricercatori ha osservato che le donne avevano un rischio maggiore di Covid lungo rispetto agli uomini. Il rischio risultava ulteriormente aumentato nelle donne non incinte e quelle di età compresa tra 40 e 54 anni. I fattori che hanno influenzato il rischio di Covid lungo includono la gravidanza, l'età e la menopausa.

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Una dieta ricca di omega-3 e povera di acidi grassi omega-6, può frenare la crescita delle cellule tumorali della prostata negli uomini con malattia in fase iniziale. Tra gli uomini in sorveglianza attiva per il cancro alla prostata, il consumo di questa dieta per un anno ha portato a una significativa diminuzione dell'indice Ki-67 del tessuto tumorale della prostata, un biomarcatore per la progressione, le metastasi e la morte.

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Un nuovo studio rivela che il rischio di demenza è quasi l'80% più alto nei sopravvissuti all'ictus rispetto a quelli senza ictus. 'analisi variabile nel tempo ha rivelato che il rischio di demenza era più alto entro il primo anno dopo l'ictus, con un aumento di 2.5 volte a 6 mesi (HR 2.51), che è diminuito a un aumento di 1.5 volte a 5 anni (HR 1.51) ma è rimasto elevato rispetto alla popolazione di riferimento anche dopo 20 anni.

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Intervista


Ipovitaminosi D come fattore di rischio cardiovascolare modificabile
Francesco Fedele
Prof. Emerito di Cardiologia
Sapienza Università di Roma
Presidente Istituto Nazionale per le Ricerche Cardiovascolari (INRC)

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