In uno studio condotto nel setting delle cure primarie è stata rivelata una prevalenza relativamente elevata di insufficienza renale cronica, soprattutto negli adulti non anziani, suggerendo ancora una volta come le strategie di riconoscimento precoce della malattia renale cronica siano cruciali per la prevenzione tempestiva nell’ambito della medicina generale.

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Va nella giusta direzione la qualità delle cure diabetologiche in Italia, anche se restano alcuni punti da migliorare. Questo in somma sintesi il bilancio di quanto emerge dall’ultima edizione degli Annali AMD, indagine che da quasi 20 anni monitora l’andamento e la qualità dell’assistenza erogata a oltre 600mila pazienti italiani, rappresentando uno dei database più importanti al mondo.

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Il Ca del pancreas è l’unico tumore la cui incidenza e mortalità sono in aumento in entrambi i sessi. I tassi di sopravvivenza potrebbero essere aumentati grazie a una migliore organizzazione della politica sanitaria, migliorando la conoscenza della malattia, aumentando la fattibilità della diagnosi precoce e dell’identificazione di strategie per terapie più efficaci. 

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L'idea che la sofferenza mentale possa accelerare l'invecchiamento è diffusa in tutte le culture e in tutte le epoche. Questa nozione è stata ampiamente descritta dalle leggende del folklore e dai personaggi letterari che mostrano segni di invecchiamento accelerato quando affrontano le avversità della vita, ed è stata riportata clinicamente in individui che sembrano più vecchi della loro età quando hanno una malattia mentale.

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Una review discute la potenziale connessione tra depressione e diabete di tipo 2 (T2D) in relazione a fattori neurotrofici e cambiamenti a livello cellulare e subcellulare. La depressione può aumentare la probabilità di sviluppare insulino-resistenza e T2D e il T2D può aumentare il rischio di progressione della depressione. Inoltre, i dati indicano che gli antidepressivi possono aiutare a migliorare la regolazione della glicemia.

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Alti livelli ematici di glucosio e trigliceridi e bassi livelli di lipoproteine ​​ad alta densità sono associati al rischio futuro di depressione, ansia e disturbi legati allo stress. Queste le conclusioni di uno studio di coorte di oltre 200.000 partecipanti che sono stati sottoposti a screening sanitario sul lavoro tra il 1 gennaio 1985 e il 31 dicembre 1996, principalmente nella regione di Stoccolma in Svezia. L’analisi statistica è stata effettuata tra il 2022 e il 2023.

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Intervista


Ipovitaminosi D come fattore di rischio cardiovascolare modificabile
Francesco Fedele
Prof. Emerito di Cardiologia
Sapienza Università di Roma
Presidente Istituto Nazionale per le Ricerche Cardiovascolari (INRC)

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