Il 6 e 7 maggio, si terrà a Genova, presso la Sala Nautilus dell’Acquario, la diciottesima edizione del corso di orientamento di Medici in Africa, rivolto a medici, infermieri, fisioterapisti ed ostetriche che intendano partecipare a missioni di volontariato nei paesi africani o in altri paesi in via di sviluppo. Il corso si propone di fornire, in tempi brevi, informazioni sulla situazione sanitaria in Africa, cenni di diagnosi e terapia di malattie tropicali di frequente riscontro e di patologie ostetrico-ginecologiche. Inoltre verranno illustrati i fondamenti per l’auto-protezione, la gestione delle emergenze o del parto, queste ultime tramite pratica su manichino. Durante il Corso gli iscritti saranno in contatto con alcune organizzazioni (Onlus e Ong) che lavorano e/o che gestiscono ospedali nei paesi in via di sviluppo e potranno prendere accordi diretti. Il Corso è a numero chiuso, con un numero minimo di 15 ed un numero massimo di 40 partecipanti e sarà accreditato ECM (16.2 crediti formativi). Il costo dell’iscrizione al corso è di 200 euro per i medici e 100 euro per gli infermieri, ostetriche, dietisti e fisioterapisti entro il 5 aprile. Per le iscrizioni dopo il 5 aprile, il costo è di euro 250 per medici e 150 per le altre professioni sanitarie. Il corso ha il patrocinio dell’Università degli Studi di Genova e dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Genova. Per le iscrizioni al corso ed ulteriori informazioni contattare: MEDICI IN AFRICA ONLUS Segreteria Organizzativa da lun. a ven. 09.45/13.45 tel. 010 8495427 – 349 8124324 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.mediciinafrica.it
Al via il “Progetto Emicrania Accesso alle Cure 2022”: campagna paneuropea guidata dall’EMHA (European Migraine and Headache Alliance) con il supporto di Motore Sanità, che esorta le persone a “diventare impazienti” nei confronti dell’emicrania. Sulla base dei risultati dell’indagine “Accesso alle Cure 2021”, la campagna “My Life: the Waiting Room” - la mia vita: una sala d’attesa - riporta le esperienze di vita quotidiana delle persone affette da emicrania. Il report “Accesso alle Cure” mostra che le persone con emicrania trascorrono in media 8 anni della loro vita in attesa di una diagnosi e di trattamenti efficaci. La campagna, supportata da multistakeholder del settore pubblico e privato, invita le istituzioni e i politici a impegnarsi in prima persona nei confronti di questa malattia per ridurre i tempi di diagnosi e rendere più ampiamente disponibili cure efficaci. E in Italia? Le cose non vanno affatto meglio, considerato che il 46% dei nostri connazionali con emicrania aspettano più di 5 anni per ricevere un trattamento efficace. Tali ritardi provocano un peggioramento della qualità della vita di queste persone, con ripercussioni sulla vita sociale, lavorativa e familiare. In questo senso, letteralmente, “la loro vita diventa una sala d’attesa”. #GetImpatientForMigraine - diventate impazienti nei confronti dell’emicrania - insomma, per dirla come l’hashtag lanciato da EMHA per questa campagna. Elena Ruiz de La Torre, direttore esecutivo dell’EMHA: “L’Italia è uno dei pochi paesi con una normativa dedicata, ma anche così c’è spazio per miglioramenti. Invitiamo oggi i responsabili politici e gli operatori sanitari a impegnarsi per standard di cura più elevati. Le persone con emicrania meritano di più”. Conclude il Professor Giorgio Sandrini, Presidente Fondazione Cirna: “Il ruolo delle organizzazioni di pazienti, come Alleanza Cefalalgici (Al.Ce.)-CIRNA in Italia, che fa parte della European Migraine and Headache Alliance (EMHA), si sta rivelando sempre più importante, ed è stato determinante per l'approvazione della Legge 81 italiana /2020, che è stata la prima, anche a livello internazionale, a riconoscere la cefalea cronica come malattia sociale. Sotto l'egida di Al.Ce. e EMHA, un documento di consenso creato da un gruppo di esperti dovrebbe essere rilasciato a breve. Tale documento dovrebbe facilitare la definizione, attraverso decreti attuativi, dei criteri per l'applicazione di questa importante legge”.
L’ASST Gaetano Pini-CTO di Milano è tra i migliori ospedali specializzati al mondo, secondo la classifica di Newsweek, per la cura delle patologie ortopediche e croniche. La prestigiosa rivista ha riconosciuto l’impegno dell’ASST, da sempre punto di riferimento internazionale per l’ortopedia, la reumatologia e la riabilitazione, anche nel corso dell’emergenza Covid. “Gli ospedali hanno affrontato numerose sfide nel corso della pandemia – si legge su Newsweek –, ma ciò che ha contraddistinto i migliori al mondo è la loro continua capacità di fornire cure di massima qualità ai pazienti e continuare a condurre ricerche mediche, anche se concentrati sulla lotta al Covid. La coerenza nell’eccellenza è il segno distintivo delle istituzioni inserite nella classifica”. “Siamo orgogliosi di aver ricevuto, anche quest’anno, questo importante riconoscimento perché dimostra ancora una volta che la qualità delle cure e dei servizi offerti dall’ASST può competere a livello globale”, commenta la dott.ssa Paola Lattuada, Direttore Generale dell’ASST Gaetano Pini-CTO. I 2.200 ospedali citati da Newsweek fanno parte di 27 Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Canada e si sono distinti per la loro eccellenza, le tecnologia all’avanguardia e le competenze di medici e infermieri, come si legge sulla rivista. La scelta si basa su una ricerca che prende in esame le raccomandazioni dei medici esperti (direttori di ospedali, professionisti sanitari), le indagini di gradimento svolte con i pazienti, a cui viene chiesto una valutazione su i servizi offerti dall’ospedale e altri indicatori specifici sulla qualità come le misure igieniche e la sicurezza.
Libellule a breve aprirà le porte della nuova sede di Milano dell'Associazione, in Via Filippino Lippi 19 ang. Viale Gran Sasso. Un nuovo centro che permetterà di offrire ad un numero sempre maggiore di donne, gli strumenti di cui hanno bisogno per vincere il tumore. Un luogo dove fare prevenzione e affrontare insieme il difficile periodo del "dopo", quando si è sottoposti a cure aggressive come la chemioterapia e la radioterapia. Un ambiente professionale ma anche accogliente e famigliare dove poter fare controlli, ricevere assistenza medica e psicologica, confrontarsi con chi vive gli stessi disagi e le stesse paure. Associazione Libellule Onlus è al fianco delle donne con il progetto “Tornare a volare”: 14 incontri dedicati alle pazienti in trattamento oncologico (durante e post) per aiutarle a combattere gli effetti collaterali delle cure e ricostruire la fiducia in un futuro di guarigione. I 14 incontri in calendario affronteranno tematiche diverse. I relatori saranno medici, psicologi, specialisti in terapie naturali di supporto e professionisti del benessere. Lo scopo di questi appuntamenti mensili sarà quello di “alleggerire” il carico della malattia che grava sulla paziente offrendo strumenti adeguati al miglioramento della qualità di vita e facilitare, attraverso l’alleanza che scaturisce dal confronto, il potere curativo della condivisone per “tornare a volare” insieme. Per prenotazioni inviare una email a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Come reagisce il nostro sistema immunitario alle invasioni dei patogeni e qual è l’importanza della risposta cellulo-mediata a patologie anche estremamente diverse tra loro, come la tubercolosi e il COVID? Questi gli argomenti del workshop promosso da Oxford Immunotec, azienda di PerkinElmer, e leader nella produzione e commercializzazione di test diagnostici basati su cellule T, in occasione del XLIX Congresso Nazionale AMCLI (Associazione Microbiologi Clinici Italiani) in corso a Rimini. Un momento di confronto per fornire non solo una panoramica aggiornata sull’innovazione tecnologica nella diagnostica, ma anche per chiarire il ruolo di specifiche popolazioni cellulari quali i linfociti T, veri e propri responsabili della memoria immunologica. La diagnostica basata sulle cellule T è anche uno strumento efficace di identificazione che incide nella strategia terapeutica da attuare. Come nel caso dell’infezione da Citomegalovirus (CMV) che, anche in Italia, è presente a livello endemico in circa l’83% della popolazione generale e fino all’86% nella popolazione femminile. Eppure, nonostante quest’infezione sia asintomatica nei soggetti immunocompetenti, ovvero nelle persone sane, per soggetti immunodepressi, come i pazienti trapiantati che vivono una sorta di “immunosoppressione controllata”, il CMV diventa una delle più comuni complicanze infettive, oltre che causa di aumentata morbilità e mortalità. "In questo caso, le strategie terapeutiche impongono l’utilizzo di farmaci antivirali – commenta il dott. Oscar Matteo Gagliardi, Università di Milano - Scuola di Farmacologia e Tossicologia Clinica – ma onde evitarne un utilizzo indiscriminato su tutti i soggetti trapiantati, grazie a specifici test come il DNaemia circolante che permette di capire quando c’è la riattivazione, si può arrivare a definire quali pazienti ne hanno effettivamente bisogno. In questo modo si riduce il rischio di effetti avversi legati all’utilizzo dei farmaci antivirali usati nella terapia del CMV, come la mielosoppressione che, paradossalmente, espone i pazienti trapiantati ad un maggior rischio infettivo". Riuscendo a identificare se il soggetto che deve subire un trapianto ha una risposta di tipo T elevata, ovvero che presenta una protezione adeguata rispetto all’evenienza di contrare il Citomegalovirus, si evitano le analisi sierologiche seriate nel tempo e la somministrazione del farmaco antivirale. "La diagnostica a cellule T potrà essere applicata nel prossimo futuro a tutte le patologie in cui queste cellule hanno un ruolo – conclude il Dott. Gagliardi – a cominciare dalle patologie autoimmuni, come ad esempio il diabete, la celiachia, il lupus. Andando a valutare la risposta cellulare e come intervenire, come si è iniziato a fare in ambito oncologico con le CAR-T, sviluppando terapie innovative personalizzate che vadano a desensibilizzare le cellule T".