EvdLa condivisione, il racconto, la trasparenza emotiva, di chi è portatore di una patologia cronica come la sclerosi multipla, può essere un dono per tutti coloro che ci hanno a che fare, o perché colpiti in prima persona o perché vicini a chi ne è colpito. Perché questo sia reso possibile occorre uno strumento diffuso e accessibile a tutti, come può esserlo per esempio un video, o una serie di video. È in questo contesto che nasce “Mille storie”: 5 video, 5 dialoghi tra pazienti e neurologi per riscoprire la forza di vivere oltre la malattia.
Il vodcast è realizzato da Merck Italia con i patrocini dell’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) e della Società italiana di neurologia (Sin). Cinque brevi video interviste documentaristiche, della durata di 15 minuti, realizzate in cinque città italiane. Protagonista di ogni puntata è il dialogo tra un paziente e un neurologo. Mentre il paziente condivide la sua storia, le sue paure, i suoi obiettivi, il neurologo offre spunti di riflessione basati sulla propria sensibilità ed esperienza clinica. Un viaggio nella quotidianità delle persone con sclerosi multipla, aperto su temi che coinvolgono la vita di tutti: genitorialità, relazioni, carriera, studio, sport.
La serie mostra come la sclerosi multipla non debba necessariamente rappresentare un ostacolo: con i giusti strumenti, informazioni e supporto, è possibile continuare a sognare, a costruire, a vivere pienamente. Con “Mille Storie”, Merck prosegue il proprio impegno nella sensibilizzazione sulla sclerosi multipla, dopo le precedenti serie “SempliceMente”, “Mille sfaccettature di SM” e “Senza Se e Senza Ma”.
“Per un'azienda come la nostra, avere cura dei pazienti e delle persone a loro vicine vuol dire rispondere a tutti i loro bisogni: non solo quelli terapeutici, ma anche quelli di educazione sulla salute – spiega Ramon Palou de Comasema, Presidente ed Amministratore delegato Healthcare di Merck Italia. Per questo sperimentiamo sempre nuovi linguaggi e canali, al fine di raggiungere un pubblico sempre più ampio con messaggi memorabili e di impatto. Con il vodcast "MilleStorie", vogliamo contribuire ad approfondire la conoscenza di una patologia che colpisce  principalmente pazienti giovani, nel pieno delle loro progettualità: informando correttamente sui progressi scientifici e, soprattutto, sulle strategie per vivere una vita piena e soddisfacente anche con la Sm, vogliamo aiutare coloro che ne sono affetti a guardare con più ottimismo al futuro, facendo così una concreta differenza nelle loro vite”.
La serie vodcast sarà disponibile sul canale YouTube di Merck Italia nei mesi di ottobre e novembre 2025, con cadenza settimanale a partire dal 28 ottobre, e sarà accompagnata da una campagna social sulle pagine Instagram e LinkedIn dell’azienda.
“Il progetto ‘Mille Storie’ racconta ciò che Aism promuove da sempre: la possibilità di andare oltre la sclerosi multipla, integrandola in un percorso di vita pieno e significativo – dichiara il Prof. Mario Alberto Battaglia, Direttore Generale Aism e Presidente Fism. Questo è possibile quando si mette al centro la persona, riconoscendone il ruolo attivo nel percorso di cura e nella ricerca.  La sua esperienza di malattia è una forma di conoscenza preziosa, che arricchisce la comunità scientifica e sociale. Mettere al centro la persona significa valorizzarne l’esperienza — non solo clinica ma profondamente umana — e promuovere una salute più partecipata, inclusiva e condivisa.”  
“Nel percorso di cura della sclerosi multipla, il dialogo tra medico e paziente è fondamentale sin dal momento della diagnosi – spiega il Prof. Claudio Gasperini, Direttore dell’Uoc Neurologia e Neurofisiopatologia dell’Ao San Camillo Forlanini di Roma. Stabilire una relazione basata su ascolto, condivisione e fiducia consente di costruire un’alleanza terapeutica solida, che favorisce l’aderenza ai trattamenti e una gestione più consapevole della patologia.
Come neurologi, abbiamo la responsabilità di favorire un approccio che integri non solo la gestione clinica, ma anche il supporto psicologico, sociale e informativo a 360°, e incoraggi i pazienti a superare una visione della malattia come ostacolo ai loro progetti di vita”.
“MilleStorie” è stato presentato ufficialmente in occasione del 55° Congresso Nazionale della Società Italiana di Neurologia (Sin), svoltosi a Padova.

EvdL’ora legale, adottata in oltre settanta Paesi con l'intento primario di ridurre i consumi energetici e ottimizzare l'uso della luce naturale, è oggetto di un crescente dibattito sui suoi effetti diretti sulla salute, in particolare sul sonno e sulla vigilanza diurna.
Una recente revisione sistematica, pubblicata sulla rivista Sleep Medicine Reviews, ha cercato di fare chiarezza su questo impatto, raccogliendo e valutando criticamente 27 studi condotti a livello internazionale. Il lavoro è stato guidato dal Centro di Medicina del Sonno dell’Irccs Neuromed di Pozzilli, in collaborazione con centri di ricerca italiani come l'Università di Pavia, la Fondazione Mondino, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l'Università di Genova I risultati tracciano un quadro preciso: il passaggio primaverile all’ora legale presenta conseguenze più nette e negative. I ricercatori hanno riscontrato una riduzione della durata del sonno, una maggiore frammentazione e un incremento della sonnolenza diurna. Tali effetti risultano particolarmente marcati negli individui identificati come "gufi", ovvero quelli con un cronotipo serale che tendono a coricarsi tardi. Al contrario, il ritorno all’ora solare in autunno sembra avere conseguenze più contenute e talvolta persino favorevoli, arrivando a causare un temporaneo aumento delle ore di sonno. Andrea Romigi, neurologo del Neuromed, sottolinea che questi effetti sul riposo, sebbene generalmente transitori, se ripetuti ogni anno, possono contribuire a un significativo disallineamento tra i ritmi biologici e quelli sociali. Comprendere tali meccanismi è essenziale per orientare politiche sanitarie e sociali che siano maggiormente rispettose della fisiologia del sonno.
Nonostante gli studi disponibili mostrino alcune limitazioni (come campioni ridotti e strumenti di rilevazione non sempre comparabili), la revisione fornisce una base solida per individuare tendenze comuni. Gli autori auspicano indagini future più ampie e standardizzate, eventualmente basate sulla polisonnografia, per chiarire meglio le conseguenze a lungo termine. Questo tipo di ricerca potrà offrire un supporto concreto a decisioni di politica pubblica che considerino la salute e il benessere delle persone, e non solo criteri economici o organizzativi.

EvdNella pratica clinica oncologica, la malnutrizione è purtroppo ancora sottostimata e sottodiagnosticata e numerosi pazienti in Italia ricevono un supporto nutrizionale solo nelle fasi avanzate di malattia, con importanti differenze territoriali. Per informare i pazienti sull’importanza di una dieta corretta, l’associazione “Vivere Senza Stomaco, Si Può ODV” promuove “OncoCook”, web serie che mette insieme gusto, scienza e testimonianza, offrendo consigli pratici e suggerimenti alimentari che possono fare la differenza nella qualità della vita durante il percorso di cura. Quattro puntate in cui si parla di alimentazione in modo semplice ma scientificamente fondato, grazie alla collaborazione tra esperti di nutrizione oncologica, chef, pazienti e caregiver, che hanno deciso di condividere la loro esperienza. Il progetto è stato realizzato con il contributo non condizionante di Astellas. La web serie “OncoCook” è disponibile sul sito e sul canale YouTube dell’associazione. I 4 argomenti trattati nelle puntate della web serie sono: alimentazione e prevenzione, alimentazione e risposta alle terapie, psicologia e comunicazione, microbioma. Oltre a “OncoCook”, “Vivere Senza Stomaco, Si Può ODV” ha realizzato un libro con le storie di 20 pazienti con tumore dello stomaco, caregiver e medici, scaricabile dal sito dell’associazione (“La vita oltre la malattia. Storie di coraggio, speranza e resilienza dopo un tumore allo stomaco”, Casa editrice OXYS Publishing).

EvdL'Università Europea di Roma (Uer), in partenariato con l'Università degli Studi di Foggia, ha presentato i risultati del Progetto Proben, finanziato dal Mur, ideato per contrastare la dipendenza da smartphone, ridurre lo stress e, in particolare, diminuire drasticamente il rischio di abbandono universitario. Un'indagine epidemiologica preliminare ha rivelato che gli studenti Uer manifestano un benessere generale solo moderato e una marcata tendenza all'uso problematico di smartphone e social media. Questa condizione non è invalidante, ma è caratterizzata da un uso eccessivo, pensieri frequenti e crescente difficoltà a disconnettersi. Per affrontare direttamente il problema dell'iperconnessione, l'Uer ha istituito la prima "Offline Room" universitaria in Italia. Questo spazio, fiore all'occhiello del progetto Proben, è un ambiente protetto con arredi essenziali dove gli studenti depositano volontariamente i propri dispositivi per riscoprire la possibilità di interagire senza mediazioni digitali. L'obiettivo è duplice: ridurre l'ansia e il sovraccarico informativo, e promuovere la concentrazione profonda, le connessioni reali e la creatività attraverso materiali analogici come libri, giochi da tavolo e strumenti per la meditazione.
Affiancato alla Offline Room, è stato inoltre attivato un servizio di counseling psicologico gratuito che ha fornito i dati più incoraggianti.

EvdUn disegno di legge che modifichi le attuali procedure per il rilascio e rinnovo della patente di guida per le persone con diabete e che, anche alla luce dell’evoluzione terapeutica, le semplifichi, conciliando la sicurezza con la libertà di circolazione e la non discriminazione. È il ddl “Semplificazione delle procedure per il rilascio, il rinnovo e la conferma della patente di guida ai soggetti affetti da diabete”, presentato dal Senatore Udc Antonio De Poli, primo firmatario, nel corso dell’evento promosso da Fand – Associazione Italiana Diabetici Odv, “Come si affronta il diabete nella Regione Veneto: un modello da seguire?” svoltosi a Padova. Un disegno di legge che accoglie la battaglia che Fand come associazione promuove da sempre, quella cioè di modificare la normativa sulla patente di guida per le persone con diabete, che ad oggi non riconosce il loro pieno diritto alla circolazione, discriminandole sulla base di un semplice stigma non supportato dai dati.
"Il disegno di legge – ha spiegato Antonio De Poli - introduce delle modifiche all'articolo 119 del Codice della strada con riferimento alle disposizioni per l'accertamento dei requisiti fisici e psichici per il conseguimento e il rinnovo della patente da parte dei soggetti diabetici. Si tratta di un ddl che rappresenta, secondo noi, il giusto equilibrio fra due esigenze: da un lato, la sicurezza della circolazione e dall'altro lato il diritto alla libertà di circolazione e a non essere discriminati per le persone affette da diabete. L'attuale normativa prevede delle limitazioni che non tenevano conto dell'evoluzione in campo terapeutico. Riteniamo necessaria la revisione della disciplina normativa, visto che terapie più all'avanguardia consentono un monitoraggio più efficace dei livelli glicemici, riducendo i rischi di ipoglicemia e iperglicemia che possono compromettere l'idoneità alla guida". "Ringraziamo il Senatore De Poli per la sensibilità dimostrata nell'accogliere le nostre sollecitazioni", ha affermato Manuela Bertaggia, Presidente di Fand.