Inaugurato il Centro di Cura italiano di Operation Smile, l’Organizzazione non-profit specializzata nella chirurgia e nella cura delle labiopalatoschisi e nella formazione di medici ed altri operatori sanitari nei Paesi a medio e basso reddito. Grazie ad un protocollo d’intesa tra la Fondazione Operation Smile Italia ETS e l’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano, anche l’Italia avrà un Centro di Cura multidisciplinare Operation Smile, unico in Europa, che si aggiunge agli oltre 30 centri che l’Organizzazione ha già in altri 20 Paesi del mondo. Il Centro ha come Responsabili la dott.ssa Costanza Meazzini, Coordinatore Scientifico, il dott. Luca Autelitano, Coordinatore Clinico e la dott.ssa Angela Rezzonico, Coordinatore della logopedia. “Operation Smile ha scelto Milano e l’ASST Santi Paolo e Carlo per l’alta specializzazione nella cura delle malformazioni del volto, ma anche per elevata formazione del personale medico e l’esperienza più che ventennale come Centro Regionale di Riferimento per le labiopalatoschisi – afferma Federica Tedeschi, Direttore Generale della Fondazione Operation Smile Italia ETS – Il nostro obiettivo è implementare programmi di formazione in ambito chirurgico, logopedico e ortodontico di figure professionali provenienti dai Paesi a basso e medio reddito”. Il Centro di Cura Operation Smile di Milano, oltre a fornire assistenza diagnostica e terapeutica multidisciplinare per le malformazioni del volto sarà l’Hub Europeo di Operation Smile per l’integrazione dei progetti di formazione professionale e di aggiornamento scientifico di medici e operatori sanitari volontari dell’Organizzazione, con particolare attenzione ai professionisti dei Paesi a basso e medio reddito, e polo di ricerca scientifica in materia di nuove tecnologie, protocolli chirurgici e percorsi terapeutici nell’ambito delle malformazioni cranio-maxillo-facciali.

Si tratta di un obiettivo ambizioso che la European Citizens’ Initiative, supportata dall’European Respiratory Society (ERS), vuole raggiungere, insieme a quello di avere la prima generazione europea senza tabacco entro il 2030. L’ERS invita la sua rete ad aderire alla nuova campagna, lanciata di recente dall'iniziativa dei cittadini europei, che esorta i cittadini dell'Unione europea a sostenere le richieste per un ambiente e una generazione senza tabacco. La campagna ha tempo fino a gennaio 2024 per raccogliere un milione di firme in tutta l'Unione europea. Una volta raggiunto il milione di firme convalidate, la Commissione europea è obbligata a rispondere e ad agire. Può firmare qualsiasi cittadino dell'UE che abbia l'età per votare alle elezioni del Parlamento europeo.
La campagna mira a raggiungere diversi obiettivi chiave, tra cui:
• promuovere la prima generazione europea senza tabacco entro il 2028, ponendo fine alla vendita di prodotti a base di tabacco e nicotina ai cittadini nati dal 2010;
• creare una rete europea di spiagge e argini fluviali senza tabacco e mozziconi, rendendo questi spazi più salubri e ambientalmente sostenibili;
• istituire una Rete Europea di Parchi Nazionali senza tabacco e senza mozziconi, rendendoli più sani, riducendo la contaminazione e il rischio di incendi;
• estendere gli spazi all'aperto senza fumo e vapori, soprattutto quelli frequentati da minori (parchi, piscine, centri e manifestazioni sportive, terrazze di spettacoli e ristoranti);
• eliminare la pubblicità del tabacco e la presenza nelle produzioni audiovisive, nei social media, affrontando in particolare la pubblicità nascosta attraverso influencer e l'inserimento di prodotti;
• finanziare progetti di ricerca e sviluppo per le malattie causate dal consumo di tabacco per migliorarne la prognosi e renderle curabili.
Il consumo di tabacco è la principale causa di malattie prevenibili e morte prematura in tutta Europa e la campagna dell'iniziativa dei cittadini europei è in linea con la politica dell'ERS sul controllo del tabacco.
Iniziativa dei cittadini europei (europa.eu)

L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha accolto favorevolmente la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per exagamglogene autotemcel (exa-cel) per il trattamento dei pazienti affetti da anemia falciforme o da beta-talassemia dipendente dalle trasfusioni. La presentazione della domanda di autorizzazione all’immissione in commercio è supportata dai risultati di due studi globali di Fase 3 volti a valutare exa-cel come terapia somministrata una sola volta in un'unica dose in persone affette da anemia falciforme o da beta-talassemia dipendente dalle trasfusioni. Exa-cel, precedentemente noto come CTX001, è una terapia genica sperimentale autologa, ex vivo, condotta con la tecnica di editing genico CRISPR/Cas9, in corso di valutazione per i pazienti affetti da beta-talassemia dipendente dalle trasfusioni o anemia falciforme caratterizzate da crisi vasocclusive ricorrenti, nell’ambito delle quali le cellule staminali ematopoietiche del paziente stesso vengono modificate per produrre livelli elevati di emoglobina fetale (emoglobina F; HbF) nei globuli rossi.

Vivere vicino a una strada trafficata aumenta i livelli di stress, influisce sul sonno ed espone a un maggior rischio di sviluppare l'acufene. Lo evidenzia un nuovo studio con dati provenienti da 3.5 milioni di danesi, condotto dai ricercatori del dell'Università della Danimarca meridionale (SDU). È la prima volta che emerge una correlazione tra l'esposizione al rumore del traffico e gli esiti relativi all'udito. Lo studio ha rilevato più di 40.000 casi di acufene e per ogni dieci decibel di rumore in più nelle case delle persone, il rischio di sviluppare l'acufene aumenta del 6%, affermano i ricercatori. È necessario concentrarsi maggiormente sull'importanza del rumore del traffico per la salute. È allarmante che il rumore sembri aumentare il rischio di tinnito, malattie cardiovascolari e demenza, tra le altre malattie. Un altro dato che è emerso è quello relativo al rumore notturno, che potrebbe essere anche peggiore per la salute. Influisce sul sonno, che è così importante per ripristinare la nostra salute sia fisica che mentale. Oltre a prendere misure per ridurre il livello di rumore all’interno delle abitazioni è anche necessario che il rumore del traffico sia considerato un rischio per la salute da prendere in considerazione nella pianificazione urbanistica e nelle decisioni politiche. (Cantuaria ML, et al. Environmental Health Perspectives 2023. DOI: 10.1289/EHP11248)

La Federazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi (FOCE) e il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) lavoreranno insieme per promuovere progetti di sensibilizzazione e informazione sulla prevenzione del cancro e di altre malattie. Il prof. Francesco Cognetti (per FOCE) e il presidente Giovanni Malagò (per il CONI) hanno firmato un Protocollo d’Intensa della durata di tre anni. Saranno avviate iniziative dedicate all’interna popolazione (adolescenti, adulti, anziani) anche all’interno di scuole e università. Verranno coinvolti come testimonial autorevoli atleti e rappresentanti del mondo dello sport. Sarà promossa anche l’informazione sulla ricerca medico-scientifica volta a migliorare i sistemi di diagnosi e cura di pericolose patologie.
“è un grande onore collaborare con i vertici del CONI per nuove campagne rivolte ad un tema importante come la salute – sottolinea il prof. Francesco Cognetti, Presidente di FOCE -. Insisteremo soprattutto su un aspetto ancora sottovalutato da troppi italiani che è l’importanza terapeutica dell’attività fisica. Eppure il 33% dei nostri connazionali è completamente sedentario e questo pericoloso vizio non risparmia nemmeno gli adolescenti e i bambini. Il Covid-19 e la pandemia hanno senza dubbio peggiorato questa tendenza soprattutto tra i più giovani. Ora dobbiamo invertire la tendenza spiegando in modo chiaro come un po’ di sano moto deve essere considerato un “investimento” salva vita. ”. “Anche per noi è un piacere poter lavorare insieme ad una Federazione che riunisce e rappresenta migliaia di professionisti della sanità operanti in settori così importanti e critici come quelli relativi alla patologie oncologiche, cardiologiche ed ematologiche” – conclude Giovanni Malagò, Presidente del CONI