Lo studio di fase III Ocarina II, volto a valutare ocrelizumab somministrato tramite iniezione sottocutanea di 10 minuti due volte all'anno, ha soddisfatto l'endpoint primario e gli endpoint secondari in pazienti con forme recidivanti di SM o con SM primariamente progressiva (Smr o Smpp). L'iniezione sottocutanea di ocrelizumab si è dimostrata non inferiore rispetto a ocrelizumab somministrato tramite infusione endovenosa in base alla farmacocinetica a 12 settimane. L'iniezione sottocutanea di ocrelizumab è inoltre paragonabile a ocrelizumab e.v. in termini di efficacia sui parametri di risonanza magnetica quali la riduzione di lesioni a 12 settimane. Il profilo di sicurezza dell'iniezione sottocutanea di ocrelizumab è coerente con quello di ocrelizumab e.v. L'iniezione di ocrelizumab della durata di 10 minuti è stata pensata per essere effettuata senza la necessità di infrastrutture per la somministrazione e.v. e pertanto potrebbe essere somministrata anche nei centri per la SM senza infrastrutture o con capacità limitate per la somministrazione e.v. Ocrelizumab s.c. mantiene lo stesso regime di somministrazione di ocrelizumab e.v., due volte all'anno, al quale i pazienti con SM trattati con il farmaco hanno dimostrato di essere ampiamente aderenti. Questa nuova modalità di somministrazione s.c. permette di adattare la somministrazione di ocrelizumab alle specifiche esigenze dei pazienti e degli operatori sanitari.

Innovazione tecnologica, intelligenza artificiale, big data, investimenti in digitalizzazione e nuove tecnologie: così si riducono i divari tra ricchi e poveri, centrando gli obiettivi dell’Oms e quelli dell’Unione Europea. MetaSalute è un’esperienza immersiva, unica nel suo genere, di Cultura della Salute. Una 3 giorni di porte aperte a tutti che si svolgerà a Padova, presso il Centro Culturale Altinate San Gaetano (Via Altinate, 71) il 19-20-21 settembre, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Padova. Ricchissimo il programma: dibattiti, approfondimenti, seminari, talk show su temi quali l’alimentazione, l’ambiente, gli stili di vita e la prevenzione. Filo conduttore l’innovazione tecnologica che sta cambiando le nostre vite, quale strumento strategico per la sanità. A condurre un ricco parterre formato dai big della sanità, giornalisti, istituzioni e volti noti dello spettacolo. Un evento, organizzato da Motore Sanità, da segnare in agenda.

Parlare di prevenzione oncologica e rischi legati al fumo, inserire queste tematiche nel contesto della sensibilità ambientale, valorizzare il ruolo dei giovani come ambasciatori e amplificatori di messaggi orientati verso salute e sostenibilità. Sono questi gli obiettivi di Respiro Impatto Zero - Aria nuova nei polmoni della next generation, la prima campagna di prevenzione sul tumore del polmone pensata per la Generazione Z, promossa da MSD con il patrocinio di WALCE - Women Against Lung Cancer in Europe.
L’iniziativa, promossa da MSD con il patrocinio di WALCE - Women Against Lung Cancer in Europe, fa leva sulla sensibilità green dei nativi digitali per informarli sul ruolo del fumo di sigaretta e dell’inquinamento ambientale nell’insorgenza di malattie oncologiche e in particolare del tumore del polmone, che ogni anno registra oltre 2 milioni di casi stimati a livello globale e rappresenta la prima causa di morte per cancro al mondo.
Per incoraggiare la “Gen Z” a comportamenti sostenibili e salutari in tutti gli aspetti della vita quotidiana la campagna ha arruolato due ambassador d’eccezione: Pino Insegno, doppiatore e attore, e Martina Socrate, giovane content creator, protagonisti di Una coppia (in)sostenibile, una serie di sketch incentrati sui gap generazionali in termini di prevenzione e sostenibilità e sulla possibilità di superarli anche grazie alla capacità dei giovani di farsi ambasciatori di una nuova sensibilità.
I video-sketch saranno diffusi sui principali canali social e resi disponibili sul sito web della campagna (www.tumoredelpolmone.it): una vera e propria piattaforma informativa, ricca di approfondimenti su prevenzione, stili di vita e scelte green.

Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp, Committee for Medicinal Products for Human Use) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema, European Medicines Agency) ha adottato parere positivo per sacituzumab govitecan come monoterapia per il trattamento di pazienti adulte con carcinoma mammario non resecabile o metastatico positivo per i recettori ormonali/negativo per il recettore del fattore di crescita dell’epidermide umano 2 (HR+/HER2-) che hanno ricevuto una terapia a base endocrina e almeno due terapie sistemiche aggiuntive nel contesto avanzato. La decisione finale della Commissione europea sull’indicazione aggiuntiva per sacituzumab govitecan è prevista per la fine del 2023.
“Le pazienti con carcinoma mammario metastatico HR+/HER2- già pretrattato con terapie ormonali e chemioterapia hanno, purtroppo, limitate opzioni terapeutiche, cui corrisponde l’urgente necessità di identificarne di nuove” ha affermato il Dott. Giampaolo Bianchini, Responsabile del Gruppo Mammella all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. “Grazie allo studio TROPiCS-02 è stato dimostrato che sacituzumab govitecan, già utilizzato oggi in Italia per la malattia triplo-negativa, può ritardare la progressione e aumentare in modo significativo la sopravvivenza anche per pazienti con tumori HR+/HER2-. Pertanto, dopo l’approvazione della Fda americana, la raccomandazione positiva del Chmp apre alla prospettiva di accesso a questa importante opzione terapeutica anche alle pazienti europee”.
L’opinione positiva del Chmp è supportata dai risultati dello studio di fase III TROPiCS-02, in cui sacituzumab govitecan ha dimostrato un beneficio di sopravvivenza globale (OS, overall survival) statisticamente e clinicamente significativo di 3,2 mesi rispetto al comparatore, la chemioterapia a singolo agente (trattamento scelto dal medico; TPC, treatment of physician’s choice) (OS mediana: 14,4 mesi vs. 11,2 mesi; hazard ratio [HR]=0,79; IC 95%: 0,65-0,96; p=0,02). Sacituzumab govitecan ha anche dimostrato una riduzione del 34% del rischio di progressione della malattia o di morte (PFS [progression-free survival] mediana: 5,5 vs. 4,0 mesi; HR: 0,66; IC 95%: 0,53-0,83; p=0,0003). Tre volte più persone trattate con sacituzumab govitecan erano libere da progressione a un anno rispetto a quelle trattate con chemioterapia (21% vs. 7%).

L’Health city institute (Hci), l’organismo italiano dedicato allo studio e alla promozione della salute nei contesti urbani, entra a far parte dell’Health and environment alliance (Heal), la grande rete internazionale che riunisce più di 90 organizzazioni impegnandosi sulle relazioni che intercorrono fra la salute delle comunità e i determinanti ambientali. La nomina, ufficializzata in questi giorni in qualità di provisional associate member, sarà ratificata nel corso della prossima assemblea generale che si terrà il 3-4 ottobre 2023.
Società sostenibili, qualità del cibo e dell’aria che respiriamo, tutela dell’ambiente, contrasto alle sostanze tossiche, attenzione ai fattori ambientali che influenzano la salute delle persone: sono questi i principali temi su cui si incentra il lavoro della Health and environment alliance a livello internazionale, con l’obiettivo di costruire un mondo in cui le generazioni di oggi e quelle future possano beneficiare di un ambiente sano per vivere una vita lunga e in salute, con un'economia e una società sostenibili.
L’Health city institute è l’organismo italiano impegnato sul tema dei determinanti urbani che influenzano la salute delle persone e delle comunità. Più di una persona su due nel mondo vive in aree metropolitane: la nostra sopravvivenza dipende dalla pianificazione di ambienti urbani più sani, perché rendere le città più eque e salutari incide sul benessere psico-fisico di tutti in tutte le fasce di età. Nel nostro paese il 37% della popolazione vive nelle aree metropolitane. È sempre più urgente promuovere il modello della Health city, incentivare una riqualificazione e rigenerazione urbana in cui la salute sia fattore di crescita e coesione, grazie a un’amministrazione consapevole. Si deve intervenire considerando l’impatto sociale ed economico dei fattori di rischio che influenzano la salute, l’impatto delle disuguaglianze, l’invecchiamento della popolazione, che porta un aumento del carico delle cronicità. Su questi temi si muove l’azione di Hci, in sinergia con gli altri attori, la comunità scientifica, le istituzioni, le associazioni. La realizzazione del Manifesto “La salute nelle città: bene comune”, la celebrazione annuale della Giornata nazionale per la salute e il benessere nelle città, la promozione in Italia della figura dell’Health city manager, sono solo alcune delle iniziative che l’Hci, sempre in alleanza con le altre realtà, porta avanti con l’obiettivo di supportare la messa in agenda di questi temi come priorità da parte della politica. "Siamo onorati che la nostra organizzazione sia stata accolta in una rete internazionale prestigiosa come quella dell’Health and environment alliance - ha dichiarato Andrea Lenzi, Presidente dell’Health city institute e Presidente del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita della Presidenza del Consiglio dei ministri - Siamo convinti che il tema della salute urbana necessiti di un approccio quanto più globale e trasversale. Sarà un onore portare all’interno di questa rete mondiale il contributo di Hci in termini di esperienza sull’impatto dei determinanti urbani della salute nel nostro Paese".