EvdL’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità di una nuova terapia mirata, pirtobrutinib, in pazienti adulti con linfoma mantellare recidivato o refrattario, precedentemente trattati con un inibitore della tirosin-chinasi di Bruton (Btk). Pirtobrutinib è caratterizzato da un meccanismo d’azione innovativo ed è infatti il primo e unico inibitore di Btk reversibile (non covalente) approvato in questi pazienti. Nello studio registrativo Bruin (Studio 18001)1, la nuova molecola ha evidenziato una risposta globale nel 56.7%. La durata mediana della risposta è stata di 17.6 mesi.
“Il trattamento di prima linea del linfoma mantellare consiste nell’immunochemioterapia – afferma Maurizio Martelli, Professore Ordinario di Ematologia all’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Umberto I di Roma, Università La Sapienza -. Nei pazienti di età inferiore a 65 anni e in buone condizioni generali vengono utilizzati schemi intensivi di terapia, per ottenere la remissione completa di malattia e accedere al trapianto autologo di cellule staminali. Purtroppo, il linfoma mantellare di solito è molto aggressivo e tende a ripresentarsi, cioè a recidivare. Dopo il trattamento di seconda linea, qualora il paziente ricada di nuovo, in alcuni casi si può ricorrere alla terapia cellulare con CAR T. La nuova terapia mirata, pirtobrutinib, risponde a bisogni clinici finora insoddisfatti, perché può essere utilizzata dopo un precedente inibitore di Btk, indipendentemente dalla linea di terapia”.

EvdGiorgio Mulè, Vicepresidente della Camera dei Deputati e primo firmatario della nuova proposta di legge sulla malattia renale cronica (Mrc), è intervenuto al 65° Congresso Nazionale della Società Italiana di Nefrologia (Sin). Nel suo discorso, Mulè ha sottolineato l'importanza di affrontare con urgenza la prevenzione e la diagnosi precoce della Mrc, una patologia destinata a diventare la quinta causa di morte entro il 2040 a livello globale. La proposta di legge, ora incardinata presso la Commissione Affari Sociali della Camera, mira a implementare programmi di screening nazionali per individuare precocemente i pazienti a rischio di malattie renali croniche. Durante il suo intervento, Mulè ha dichiarato: "Solo un paziente su dieci in Italia è consapevole della propria condizione renale, il che rende indispensabile uno screening mirato e tempestivo per prevenire l'evoluzione della malattia verso l'insufficienza renale". Mulè ha fatto inoltre notare come esperienze internazionali, in particolare dagli Stati Uniti, abbiano dimostrato l'efficacia di programmi di screening che hanno coinvolto milioni di persone, contribuendo a individuare precocemente i pazienti a rischio. "Noi dovremmo seguire il loro esempio, soprattutto riguardo a diabete e celiachia, ma applicando queste misure anche alla Mrc per tutelare i nostri cittadini", ha aggiunto.
Il vicepresidente della Camera ha inoltre ricordato i benefici della legge, da lui promossa nel 2021, relativa alla diffusione obbligatoria dei defibrillatori, che ha ridotto la mortalità cardiaca del 90% nei casi in cui l'intervento è avvenuto entro i primi minuti dall'evento. Ora, la grande sfida riguarda le malattie renali, che hanno un impatto economico notevole sul Servizio Sanitario Nazionale, soprattutto per i costi della dialisi. Mulè ha chiuso il suo intervento esprimendo l'auspicio che la legge sulla Mrc possa essere approvata entro la prima metà del 2025, e che il Senato possa ratificarla in tempi brevi. "Il nostro obiettivo è anticipare le sfide future e garantire una diagnosi precoce per ridurre i decessi e i costi sanitari legati alla malattia renale cronica", ha concluso.
L’intervento è stato accolto positivamente dai soci Sin e Stefano Bianchi, Presidente uscente Sin, ha commentato: "Apprezziamo profondamente l'impegno dell'onorevole Mulè nel porre la prevenzione della malattia renale cronica al centro dell’agenda politica. Questa proposta di legge rappresenta un passo fondamentale verso una maggiore consapevolezza e prevenzione di una patologia che colpisce ben 5 milioni di persone solo nel nostro Paese. Siamo pronti a collaborare per rafforzare ulteriormente questo impegno per un miglioramento della salute degli italiani”.

EvdIn un recente studio condotto presso il Norton Neuroscience Institute Memory Center di Louisville, un gruppo di ricercatori ha trattato 71 pazienti con lecanemab, rivelando risultati promettenti e aree di miglioramento. Il farmaco è stato approvato nel 2023 dall’Fda per per il trattamento dei pazienti con lieve deterioramento cognitivo o lieve demenza dovuti alla malattia di Alzheimer (Ad). SI tratta di un anticorpo monoclonale che si lega con alta affinità alle protofibrille solubili di beta-amiloide, riducendo i marcatori di amiloide e rallentando il declino cognitivo. In particolare, studi clinici di fase II e III hanno dimostrato che il lecanemab può ridurre significativamente il declino della funzione cognitiva nei pazienti con Ad precoce.Questo studio ha permesso di apprendere alcune importanti lezioni, sottolineano gli autori, tra cui l'importanza di un team multidisciplinare per la gestione del trattamento e la necessità di protocolli di pretrattamento per ridurre gli effetti collaterali.
In conclusione, scrivono i ricercatori, “lecanemab è stato ben tollerato dalla maggior parte dei pazienti con decadimento cognitivo lieve e lieve demenza dovuti all'Ad. Identificando numerose aree di miglioramento e implementando soluzioni, l'esperienza di infusione di lecanemab per i pazienti è stata migliorata. I fornitori di cure che trattano pazienti con farmaci anti-amiloide dovrebbero selezionare i pazienti più propensi a beneficiare del trattamento con un profilo di rischio-beneficio chiaramente positivo” (J Prev Alz Dis, 2024. Doi: 10:14283/jpad.2024.159).

EvdIl corso, riservato a medici, infermieri ed ostetriche, si terrà il 24 gennaio 2025 (numero minimo per attivazione corso 12 partecipanti) presso il modernissimo Centro di Simulazione Universitario di Genova (Simav). Si tratta di una giornata di simulazione ostetrica con manichini che riproducono fedelmente il parto vaginale. Obiettivo formativo: fornire le basi di assistenza ostetrica a personale sanitario inesperto in ostetricia, in situazioni extra ospedaliere o in paesi a basse risorse. Il corso è accreditato per Medici chirurghi (discipline: tutte le discipline), infermieri ed ostetriche ed assegna n. 10,9 crediti formativi. Il costo dell’iscrizione è di Euro 150 (entro il 10 dicembre) ed Euro 180 (dopo il 10 dicembre)
Per le iscrizioni al corso ed ulteriori informazioni contattare:
Medici in Africa OdV dal lunedì al venerdì dalle 09.45 alle 13.45
telefono: 349 8124324; email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

EvdSi è da poco celebrato il 10° anniversario del progetto Cities Changing Diabetes, l’iniziativa nata da una partnership tra Novo Nordisk, l’University College of London e Steno Center di Copenaghen per evidenziare il rapporto tra urbanizzazione e patologie croniche, con l’obiettivo di promuovere iniziative per salvaguardare la salute dei cittadini e prevenire l’insorgere di tali malattie. In 10 anni di attività, l’Italia ha giocato un ruolo chiave con la partecipazione di 14 Città metropolitane e 1.300 comuni, con il coinvolgimento di ben 23 milioni di persone, ovvero il 40% dei cittadini italiani, tanto che è stata scelta la città di Roma come sede dell’evento celebrativo, alla presenza dell’Ambasciatore di Danimarca Anders Carsten Damsgaard e di numerosi esponenti delle Istituzioni Italiane.
Il programma si fonda su tre elementi interconnessi che consentono alle città di mappare i fattori associati a obesità e diabete, condividere approfondimenti e aspetti chiave e fornire strumenti in grado di accelerare l’azione locale territoriale. Dal suo lancio nel 2014 con cinque città partner, le dimensioni e la portata della rete è cresciuta fino a raggiungere a livello globale oltre 200 partner in 46 città e in 24 Paesi, con una popolazione complessiva di quasi 250 milioni di abitanti coinvolti.
In Italia, dove il progetto è coordinato dall’Health City Institute, in collaborazione con Anci – Associazione nazionale comuni italiani, e autorevoli rappresentanti delle Istituzioni e della comunità scientifica e supportato da Novo Nordisk, sono state coinvolte 8 città come partner - Bari, Bologna, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino, Venezia - 12 città advocate - Brindisi, Cagliari, Cremona, L’Aquila, Livorno, Novara, Palermo, Pescara, Ravenna, Reggio Calabria, Siena, Varese, - sei città follower - Catania, Cremona, Empoli, Firenze, Messina, Varese, la rete dell’hinterland milanese e torinese - e una regione: Le Marche.