EvdPer la Giornata dell’Ipercolesterolemia Familiare Omozigote (HoFh), che si è celebrata il 4 maggio, Rare Diseases Chiesi Italia ha presentato ufficialmente MyLipids App, un’applicazione gratuita disponibile sugli store digitali, progettata per supportare le persone affette da HoFh e Ipercolesterolemia Familiare nella gestione quotidiana della propria alimentazione. L'App è progettata per fornire agli utenti uno strumento pratico e intuitivo per monitorare l’apporto lipidico, registrare le abitudini alimentari, e ricevere suggerimenti personalizzati per una corretta alimentazione. L'App propone alternative ipolipidiche agli alimenti solitamente consumati, con l'obiettivo di favorire la variabilità alimentare. MyLipids App è dotata di un algoritmo di sostituzione, sviluppato in collaborazione con la Dietista Silvia Toni, che offre un supporto fondamentale per apportare modifiche alla dieta e ridurre l'apporto di grassi. Inoltre, le funzioni di MyLipids App, grazie alla compilazione di un diario alimentare giornaliero, possono offrire un valido strumento anche per il clinico, fornendo un report dettagliato delle abitudini alimentari del paziente.
Lo sviluppo di MyLipids App è stato reso possibile grazie alla collaborazione con esperti di HoFH, tra cui la Prof.ssa Patrizia Suppressa, Direttore U.O.C. Medicina Interna dell’Ospedale Regionale Generale “F. Miulli” di Acquaviva delle Fonti (BA), Centro LipiGen. È stato fondamentale anche il contributo delle associazioni pazienti Gip-Fh (Gruppo Italiano Pazienti Fh), Aide (Associazione Italiana Dislipidemie Ereditarie) e Anif (Associazione Italiana Ipercolesterolemia Familiare), che hanno partecipato attivamente alla fase di sviluppo e test dell’App. “L’impegno di Chiesi Italia nell’ambito delle malattie rare si concretizza attraverso lo sviluppo di soluzioni innovative che possono migliorare la qualità di vita delle persone” ha spiegato Raffaello Innocenti, Ceo & Managing Director di Chiesi Italia.
L’App MyLipids è disponibile per il download gratuito sui principali store digitali e rappresenta un utile alleato per chi vive con queste condizioni rare.

Evd"Prendersi cura delle donne vuol dire prendersi cura della società, perché spesso ricoprono più ruoli contemporaneamente e fungono da caregiver di tutta la famiglia. Per questo la salute della donna è una priorità per l’industria farmaceutica e nuove speranze di cura per la tutela della salute femminile arrivano dalla Ricerca", dichiara Marcello Cattani, Presidente di Farmindustria, in occasione della Giornata nazionale della salute della donna. "Secondo l’Oms sono infatti 1.200 i farmaci in sviluppo clinico nel mondo per le donne: 95 per patologie ginecologiche, 190 per tumore all’utero, 83 per tumore alle tube di Falloppio, 558 per tumore al seno, 251 per tumore alle ovaie, 22 per condizioni legate a gravidanza e parto».
"Una Ricerca che va avanti spedita ma che ha bisogno di un numero crescente di donne negli studi clinici per ridurre il gap che oggi esiste. Per questo è importante agevolare il loro arruolamento, rafforzando strumenti quali ad esempio gli studi clinici decentralizzati (Dct) che permettono di prendere parte alle sperimentazioni restando a casa. Le imprese farmaceutiche conoscono bene le caratteristiche femminili, in particolare tenacia e resilienza. Lo dimostra la quota 'rosa' che lavora nelle nostre aziende, 45% del totale, soprattutto nella Ricerca, oltre il 50%. E per consentire a ogni persona di esprimere pienamente il potenziale senza sacrificare altri ambiti della vita personale, abbiamo un welfare all’avanguardia che consente la piena conciliazione della vita-lavoro. Con un’attenzione specifica a salute, attività di screening e visite periodiche. Per noi - che guardiamo sempre al futuro e alla possibilità di migliorare - ancora tanto si può fare per la donna e la sua salute, e non ci tireremo indietro", conclude Cattani.

EvdIn Italia il 90% degli adolescenti tra gli 11 e i 15 anni non pratica attività sportiva quotidiana; meno del 10% svolge almeno 60 minuti di attività fisica al giorno, come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Un bambino su 5 tra gli 8 e i 9 anni è in sovrappeso e uno su cinque è obeso e solo il 14% dei piccoli sotto i 3 anni frequenta un nido pubblico, con forti disuguaglianze territoriali. Sono solo alcuni dei dati evidenziati dalla Rete Italiana Città Sane – Oms nella Giornata Mondiale della Salute. La rete ha organizzato un convegno alla presenza delle Istituzioni a Roma – per celebrare anche i 77 anni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – con lo scopo di fare luce sul ruolo centrale del territorio nella promozione della salute. La Giornata 2025 è dedicata al tema Healthy beginnings, hopeful futures, con focus sull’importanza della salute nei primi 1000 giorni di vita di ogni bambino.
“Oggi più che mai è importante ricordare che le abitudini sane si costruiscono nei luoghi della vita quotidiana – spiega Lamberto Bertolè, Presidente Nazionale della Rete Italiana Città Sane Oms –. Le città assumono un ruolo centrale nella sperimentazione di politiche integrate e nella promozione di relazioni efficaci e durature. I quartieri, le scuole e gli spazi pubblici sono infatti i primi presidi del benessere fisico e mentale. Come Rete Italiana Città Sane abbiamo analizzato i dati raccolti da diversi enti, riguardo i comportamenti più o meno virtuosi delle persone e la presenza di servizi offerti dal territorio, e il quadro che si presenta mostra quanto lavoro sia ancora necessario fare in termini di sensibilizzazione della popolazione alla prevenzione primaria e secondaria e di appelli alle Istituzioni perché le mancanze vengano colmate. Il convegno che abbiamo organizzato si inserisce nella cornice della Giornata Mondiale della Salute 2025, dedicata al tema Healthy beginnings, hopeful futures, con focus sulla salute nei primi 1000 giorni di vita di ogni bambino. Intervenire in questa fase è infatti fondamentale per ridurre le disuguaglianze, migliorare lo sviluppo e promuovere la salute a lungo termine. La giornata sarà un’occasione di confronto tra amministratori locali, esperti scientifici, istituzioni, terzo settore e imprese, per rafforzare le alleanze territoriali nella costruzione di una salute pubblica più equa, inclusiva e resiliente.”
I dati – raccolti da diverse fonti, quali Istat, Crea-Okkio alla Salute, Censis, Ocse, Hbsc, Anci e Ifel – mostrano la scarsa attenzione della popolazione alla salute: solo il 37% degli adulti pratica attività fisica almeno 1-3 volte a settimana, rispetto al 61% della media Ue; nel 2023 il 7.6% dei cittadini ha rinunciato alle cure mediche a causa di motivi economici o delle lunghe attese, contro il 6.3% del 2019. La causa è da cercare nella mancata sensibilizzazione e nella gestione disequilibrata delle risorse. Anche la presenza di servizi e l’opportunità di accedervi è troppo spesso scarsa. In alcune periferie urbane, solo il 40% dei residenti ha accesso tempestivo alle strutture sanitarie, contro l’85% di chi vive nei centri urbani. Dal 2010 al 2020 i posti letto ospedalieri nelle grandi città sono calati: la disponibilità è scesa da 4.5 a 3.8 posti ogni 1000 abitanti. I presidi residenziali socio-sanitari sono insufficienti per poter rispondere alle necessità dei cittadini: il 1° gennaio 2023, in Italia, risultavano attive 12.363 strutture per 408mila posti letto, pari a 7 posti ogni 1000 residenti. Il Paese spende inoltre il 9.4% del Pil in sanità (mentre la media Ue è del 10,9%), con solo il 74% coperto da fondi pubblici (mentre l’UE si attesta sull’80%).
“Il nostro obiettivo è creare relazioni strutturate tra chi amministra i territori, chi li studia e chi li vive – continua Bertolé –. Con questo convegno intendiamo promuovere una visione integrata e territoriale della salute pubblica, valorizzare il ruolo strategico dei Comuni come laboratori di innovazione, rafforzare le sinergie tra scienza, istituzioni e comunità e costruire reti stabili e modelli di governance condivisa. Le politiche per la salute non possono essere settoriali: hanno bisogno di visione, prossimità e relazioni forti. I Comuni sono in prima linea nel costruire una società più sana, inclusiva e consapevole. Il benessere si costruisce nei territori, attraverso politiche intersettoriali e relazioni collaborative: solo così possiamo trasformare il principio Health for All in realtà quotidiana.”

EvdLa connessione tra ambiente e salute è una delle grandi sfide della medicina contemporanea. Con questa consapevolezza, si è tenuto a Firenze il primo Congresso Nazionale dei Giovani Medici Isde, un evento che segna un passaggio fondamentale nel coinvolgimento delle nuove generazioni di professionisti sanitari nella promozione della salute ambientale.
L’evento, organizzato da Isde– Medici per l’Ambiente, e con il patrocinio dell’Ordine dei Medici di Firenze e dell’Ordine dei Medici di Siena, ha riunito giovani medici provenienti da tutta Italia per un confronto su tematiche di estrema attualità. Il congresso è stato un’importante occasione di dibattito scientifico e culturale sul ruolo dell’ambiente nella genesi di numerose patologie e sulle strategie per un approccio medico più attento alla prevenzione e alla sostenibilità.
Si è parlato delle interconnessioni tra la nostra salute e quella dell'ambiente in un'epoca segnata dai cambiamenti climatici e dalla perdita del nostro rapporto con la natura, dell’impatto dei diversi tipi di inquinamento - da quello atmosferico fino a quello chimico, luminoso, da plastica ed elettromagnetico - sulla salute umana, del benessere dei migranti climatici, la relazione tra essere umano, clima, biodiversità ed ecosistemi, cercando di capire come poter fare la nostra parte in quanto cittadini e professionisti, tra quotidianità e pratica clinica. Un momento importante è stato dedicato ai progetti di cittadinanza attiva sul territorio, divulgazione e ricerca portati avanti da IsdeItalia, con l’obiettivo di offrire una panoramica aggiornata sulle evidenze scientifiche in materia, ma anche di proporre soluzioni e strategie per una maggiore integrazione tra medicina e tutela ambientale.

EvdL’azienda ha presentato i suoi significativi progressi nella strategia di crescita farmaceutica e nella pipeline in occasione del suo annuale Pharma Media Day. Come parte della continua trasformazione del suo business farmaceutico, Bayer ha effettuato significativi investimenti in R&S per accelerare le innovazioni mediche e costruire una pipeline altamente differenziata per una crescita a lungo termine in aree terapeutiche chiave, tra cui oncologia, malattie cardiovascolari, neurologia e malattie rare e immunologia. Bayer sta inoltre compiendo significativi progressi con la sua piattaforma di terapia cellulare e genica, raggiungendo importanti traguardi nella sperimentazione clinica, in particolare nel campo del morbo di Parkinson.
Attraverso una rigorosa valutazione e definizione delle priorità, Bayer sta promuovendo programmi chiave con un potenziale significativo. Concentrandosi sulle aree di maggiore necessità medica insoddisfatta e sul potenziale di valore più elevato, l'azienda ha aumentato la qualità della sua pipeline. Quest'anno, l'azienda prevede di offrire una serie di nuove opzioni di trattamento:
• ampliare il suo portafoglio di cardiologia con un nuovo trattamento per la cardiomiopatia amiloide da transtiretina in Europa;
• nuova opzione di trattamento per i pazienti con insufficienza cardiaca e frazione di eiezione ventricolare sinistra pari o superiore al 40%, una forma diffusa di insufficienza cardiaca, entro la fine del 2025;
• innovativo trattamento senza ormoni per alleviare i sintomi vasomotori da moderati a gravi nelle donne in menopausa;
• nuova opzione di trattamento per gli uomini con carcinoma prostatico metastatico ormono-sensibile, rafforzando ulteriormente la posizione di leadership di Bayer in questo campo.