EvdProprio per sensibilizzare su questa patologia e promuovere la conoscenza dei sintomi, favorendo così la diagnosi, Merck Italia, affiliata italiana di Merck, azienda leader in ambito scientifico e tecnologico, ha lanciato la campagna “In viaggio verso la prevenzione”, patrocinata da Associazione PaLiNUro – Pazienti Liberi dalle Neoplasie Uroteliali e SIUrO - Società Italiana di Uro-Oncologia. L’iniziativa, che prende il via in occasione del Bladder Cancer Awareness Month, intende rappresentare la prevenzione come un viaggio, che parte prima di tutto dalla consapevolezza e conoscenza della patologia. Una grande valigia farà tappa in tre diverse città italiane (Milano, Roma e Bari), a simboleggiare il bagaglio di conoscenze necessarie per affrontare al meglio, con le informazioni e gli strumenti giusti, una patologia che richiede un’attenzione prioritaria, e in cui la mancanza di sintomi specifici iniziali può ostacolare una diagnosi precoce.
"Per un'azienda come la nostra, che ama definirsi “In love with care” - afferma Iris Buttinoni, Head of Communication di Merck Italia - avere cura dei pazienti e di chi se ne prende cura vuol dire rispondere a tutti i needs non soddisfatti: non solo i bisogni terapeutici, ma anche quelli di educazione sulla salute. Vogliamo rispondere a queste esigenze informative sperimentando sempre nuove modalità e nuovi linguaggi e canali, anche in collaborazione con associazioni da sempre attente alla divulgazione e sensibilizzazione sulle patologie, che possono aiutarci a raggiungere audience più ampie".
Il trolley di Merck, decorato con le grafiche ed i colori di “Per Te”, il concept di comunicazione che rappresenta l’impegno di Merck Italia in oncologia, sarà presente in ciascuna delle città coinvolte per un intero week end (Milano 25-26 maggio; Bari 1-2 giugno; Roma 8-9 giugno).

EvdL’iniziativa “Dai segni ai sogni - Bright Sky Edition” è arrivata in Liguria: l’accordo siglato da Fondazione Libellula Impresa Sociale e Fondazione Vodafone per formare il personale socio-sanitario al fine di riconoscere i segnali di violenza di genere partirà in regione con l’Ente Ospedaliero Ospedali Galliera. Il progetto prevede percorsi di formazione dedicati agli operatori e alle operatrici socio-sanitari/e per individuare il più rapidamente possibile i segnali di una violenza e utilizzare strumenti relazionali idonei per approcciarsi alle persone che subiscono episodi di violenza e metterle in sicurezza. L’obiettivo del progetto è anche di attivare una vera e propria rete d’intervento e protezione formata da organizzazioni, associazioni, enti e servizi del territorio, oltre che di creare un network tra gli ospedali aderenti per favorire lo scambio di best practice e il confronto su un fenomeno sociale di grande attualità.
Nel caso dell’Ente Ospedaliero Ospedali Galliera saranno coinvolti in particolare il Pronto Soccorso, i reparti di Ginecologia, Ostetricia, Traumatologia, Pediatria e Chirurgia Ortopedica. Dal Galliera emergono questi dati: rispetto al 2023, a fronte di 314 accessi presso l’Ambulatorio degli psicologi del Pronto soccorso, le donne vittime di violenza sono state 135 (64 italiane, 71 straniere). Nei primi 4 mesi del 2024 a fronte di 82 accessi all'ambulatorio, 38 sono stati di donne vittime di violenza.
La formazione del personale sarà a cura di Fondazione Libellula, avendo già testato il progetto di cura “Dai segni ai sogni” negli anni precedenti sul personale dell’ASST-Gaetano Pini-CTO di Milano e avendolo replicato in altre 6 edizioni nel territorio milanese.
Debora Moretti, Presidente di Fondazione Libellula, ha dichiarato: “Sono estremamente felice di veder realizzato questo ambizioso progetto, cui Fondazione Libellula lavora da tempo: coinvolgere strutture ospedaliere in tutto il territorio italiano è un'opportunità unica per creare una rete di protezione e supporto per le vittime di violenza. La collaborazione con Fondazione Vodafone, con cui condividiamo valori e obiettivi, è stata determinante e innovativa”.
Infatti, come strumento a supporto del personale socio-sanitario e delle persone che subiscono episodi di violenza, Fondazione Vodafone metterà a disposizione “Bright Sky”, l’app gratuita, sviluppata in collaborazione con CADMI – Casa delle Donne Maltrattate e Polizia di Stato, che fornisce loro risorse e strumenti concreti. Utile risorsa anche per parenti, persone care, colleghi e colleghe di lavoro, associazioni e persone che sono vicine a coloro che subiscono la violenza di genere, Bright Sky fornisce informazioni sui diversi tipi di violenza e consente agli utenti di acquisire maggiore consapevolezza su come gestire la propria situazione. L’app offre inoltre una mappatura dei servizi di supporto che si occupano di maltrattamenti, sia a livello locale sia nazionale.

EvdL’iniziativa, giunta alla sua sesta edizione, toccherà 15 piazze italiane, in altrettante regioni dello stivale, nelle quali i cittadini avranno l’opportunità di sottoporsi a consulti gratuiti finalizzati a ridurre il rischio di malattie croniche. La manifestazione itinerante, promossa da ASC Attività Sportive Confederate, con il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e con il contributo incondizionato di EG STADA, si pone il duplice obiettivo di favorire le attività di prevenzione sul piano della salute fisica e mentale e di sensibilizzare i cittadini sull’importanza di condurre uno stile di vita sano. Nel corso di ogni tappa saranno proposti momenti di confronto e riflessione, ma anche attività sportive, ludiche e aggregative. La manifestazione di quest’anno, caratterizzata da numerose novità, è stata presentata nel corso di una conferenza stampa. Nell’occasione sono stati illustrati i contenuti dell’evento e le varie attività collaterali.
Per ulteriori informazioni si può consultare il link https://www.iltourdellasalute.it/

EvdMigliorano le performance delle cure diabetologiche in Italia: aumentano i pazienti con emoglobina glicata a target e cresce l’impiego dei farmaci più appropriati ed efficaci nel contrastare le principali complicanze della malattia diabetica; al contempo, persistono alcune storiche “spine nel fianco” della diabetologia: diagnosi spesso tardiva del piede diabetico, diffusi risultati sub-ottimali nel controllo del peso e la persistenza di alcuni stili di vita incompatibili con una gestione consapevole della malattia, primo fra tutti il vizio del fumo. Questo quadro è stato delineato dall’Associazione Medici Diabetologi (AMD) durante la presentazione dell’ultima edizione degli Annali, indagine che da quasi 20 anni monitora l’andamento e la qualità dell’assistenza erogata a oltre 600mila pazienti italiani, rappresentando uno dei database più importanti al mondo.
“Grazie al coinvolgimento di quasi 300 centri diabetologici distribuiti su tutto il territorio nazionale, il nostro file dati rappresenta buona parte delle diabetologie italiane”, illustra Giuseppina Russo, Coordinatrice Nazionale Annali AMD. “Il database registra l’assistenza erogata a oltre 42.000 persone con diabete tipo 1, più di 573.000 persone con diabete tipo 2 e 13.542 donne con diabete in gravidanza, arrivando a coprire, in alcune Regioni, il 50% dei cittadini con diabete. Di anno in anno osserviamo un continuo miglioramento nel monitoraggio della malattia e dei fattori di rischio cardiovascolare, nel raggiungimento dei corretti valori di emoglobina glicata e nell’impiego appropriato dei farmaci. Ci sono fronti su cui possiamo fare di più, come l’esame del piede diabetico, una delle complicanze più temute e invalidanti del diabete, eseguito in meno del 20% dei casi (tipo 1 e 2), la gestione del peso (presenta una obesità quasi il 14% dei pazienti con DM1, il 35% di quelli con DM2 e il 24% delle donne con diabete gestazionale) e quello degli stili di vita, con molti pazienti ancora fumatori. Ma ci conforta il trend positivo che va nella giusta direzione”.

EvdL’iniziativa, alla sua prima edizione, nasce nell’ambito della campagna “Fermati al Rosso”, già patrocinata da Airo, Auro, Cipomo, Fimmg, Aiom, Siu, Siuro e con il contributo non condizionante di Astellas, è sostenuta da una coalition di istituzioni civiche e sanitarie locali: Comune di Milano, Civil Week, Fondazione Isccs Istituto Nazionale Tumori (Int), Isccs Ospedale San Raffaele, Fondazione Isccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Istituto Europeo Oncologico (Ieo), Isccs Humanitas Research Hospital, Asst Santi Paolo e Carlo e Asst Fatebenefratelli Sacco. Fulcro dell’evento open-air, che ha attraversato i parchi, le strade e i semafori della città di Milano, quattro grandi temi: informazione, attività fisica, stile di vita e solidarietà. Partecipazione importante e molto sentita dei cittadini per “Fermati al Rosso Walk”, che ha voluto fermare l’attenzione dell’opinione pubblica sui segni del tumore della vescica e sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce, ribadendo l’urgenza di ‘fermarsi’ se si notano tracce di sangue nelle urine e di rivolgersi subito al medico.
Quattro i grandi temi che PaLiNUro ha voluto coniugare per l’iniziativa, che ha coinvolto nel percorso tre ospedali (Fondazione Isccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Asst Fatebenefratelli Sacco e Fondazione Isccs Istituto Nazionale Tumori) e attraversato i principali parchi, strade e semafori della città: informazione, attività fisica, stile di vita e solidarietà. “È importante cercare di consolidare certi concetti quando si parla di tumore della vescica, per questo PaLiNUro ribadisce i messaggi chiave della campagna “Fermati al Rosso”, mantenendo un principio fondamentale, vale a dire ‘se vedi una traccia di sangue nelle urine, vai subito dal medico per riuscire a diagnosticare tempestivamente la malattia’ – dichiara Edoardo Fiorini, Presidente Associazione PaLiNUro – camminare e stare insieme è importante per fare passi avanti nella conoscenza sul tumore della vescica. Informazione, attività fisica, stile di vita e solidarietà sono quattro elementi che devono andare di pari passo nell’esistenza di ciascuno di noi. Essere informati sui fattori di rischio e saper riconoscere i segnali della malattia, consente il coinvolgimento attivo della persona nelle scelte riguardanti la salute e il percorso di cura; il valore dell’attività fisica come strumento di prevenzione e l’attenzione ai comportamenti, all’alimentazione e alle abitudini, è collegato al concetto di benessere e salute a cui tutti dovremmo attenerci; la solidarietà e il senso civico fa parte del nostro core come Associazione di volontariato, vorremmo che questo aspetto fosse molto più diffuso e condiviso a livello di Terzo settore e di popolazione generale”.